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Bike Pride contesta il comandante dei vigili: non è vero che bisogna scendere dalla bici per non creare incidenti

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Bike Pride Fiab Torino ha inoltrato la lettera che segue alla Sindaca della Città di Torino e al Comandante della Polizia Municipale in merito all’intervento durante il programma Buongiorno Regione TGR di giovedì 23 gennaio.

Gentile Sindaca e gentile Comandante della Polizia Municipale,

vi scriviamo in merito all’intervista di giovedì 23 gennaio a Buongiorno Regione TgR perché siamo preoccupati per la sicurezza di chi si muove in bicicletta.

No, le persone non devono scendere dalla bici per non creare incidenti o non essere d’intralcio.

I velocipedi sono veicoli secondo il codice della strada, per definizione fanno parte essi stessi della circolazione, quindi non possono ostacolarla.

Anche negli incroci “pericolosi”, chi va in bici ha il diritto di stare in sella al proprio mezzo, e ha il diritto di farlo in sicurezza e in libertà. In realtà pericoloso non è l’incrocio, ma il contesto che lo rende tale: la velocità elevata, il non rispetto della precedenza o degli altri utenti della strada, il fatto di non esser stato progettato per garantire la sicurezza di tutti gli utenti che lo attraversano.

La regola generale se conduci un veicolo è adeguare velocità e prestare attenzione al contesto.

I suggerimenti forniti durante l’intervista dalla Polizia Municipale, quindi da parte di chi dovrebbe far rispettare le regole, vanno esattamente nella direzione opposta: considerano normale il non rispetto delle regole, assecondano l’arroganza sulle nostre strade e trattano chi sceglie di spostarsi in bicicletta come un utente della strada di serie B, i cui diritti possono essere annullati.

Siamo quindi ora a chiedervi a nome di tante cittadine e tanti cittadini che decidono di muoversi ogni giorno in bicicletta, di rettificare in modo ufficiale e con pari diffusione, in qualità di Sindaca della nostra città e di Comandante della Polizia Municipale, le informazioni diffuse ieri mattina, nel rispetto delle nostre scelte di mobilità, i cui benefici, ricordiamo ricadono su tutti.

Informazioni errate come quelle date nell’intervista contribuiscono a creare un contesto poco sicuro per chi si muove in bici e a piedi.

Qui una breve sintesi:

– la strada è di tutti

– in bici si ha lo stesso diritto di chi si muove in auto di occupare lo spazio pubblico, così come lo si ha a piedi. I cittadini sono persone che si spostano con mezzi diversi, non categorie in conflitto dove chi sceglie il mezzo più dannoso ha il diritto di spadroneggiare.

– tralasciamo in questa sede i numerosi benefici di una mobilità ciclistica e attiva, ma ricordiamo brevemente che chi va in bici o a piedi occupa meno spazio pubblico, inquina meno, arriva prima, gode di una migliore salute e contribuisce ad aumentare il livello di sicurezza della città ,

– 8 km/h è la velocità media di un’auto in orario di punta. in bici si mantiene senza grande sforzo la media di 12/14 km/h

– se gli incroci sono pericolosi non è scendendo dalla bici che li si fa diventare sicuri, ma lavorando sulle infrastrutture, sulla riduzione delle auto e sulla riduzione della velocità.

– se gli incroci sono pericolosi è perché sono stati progettati senza pensare alle persone

– consigliare a chi va in bici di scendere e spingerla significa colpevolizzare la vittima, attribuendo la responsabilità dei comportamenti errati a chi li subisce invece di rivolgerli a chi, davvero, rende gli incroci “pericolosi”.

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