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Una Pasqua di riti, preghiere e auguri online. A Tortona il pioniere della Chiesa digitale è Don Paolo Padrini

Redazione Quotidiano Piemontese

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Tortona è una delle aree del Piemonte dove l’epidemia di Coronavirus Covid19 ha colpito molto duramente, ma è anche il luogo dove opera  Don Paolo Padrini, di Novi Ligure,  sacerdote e uno dei pionieri dei nuovi media in ambito educativo e della comunicazione ecclesiale. Dopo essersi specializzato in Teologia Pastorale delle Comunicazioni sociali, presso la Pontificia Università Lateranense ha inventato e lanciato Ibreviary l’applicazione cattolica che porta la preghiera su smartphone e tablet iBreviary.

Durante l’epidemia da coronavirus Don Paolo Padrini è stato il primo a celebrare in diretta online la messa e a realizzare il rosario con il megafono nei paesi della Val Curone attraversando con la macchina prestata dal Comune di Brignano i paesi di Costa Serra, Giarolo, Montacuto, Restegassi, San Sebastiano Curone e infine Brignano Frascata,

Intervistato da Vatican News Don Paolo racconta la sua esperienza

Stiamo vivendo nella costante preghiera, in unità con il nostro vescovo, cercando di fare tutto quello che è possibile per pregare insieme attraverso soprattutto i nuovi media per stare il più possibile insieme ai nostri parrocchiani. Stiamo tenendo ancora aperte le nostre chiese, cercando di dare conforto e rispettando tutte le regole. Ma è molto difficile: perché purtroppo nelle nostre parrocchie iniziano a esserci molti decessi e quindi c’è sofferenza e un dolore particolare perché i parenti non possono partecipare a nessuna celebrazione e molte famiglie delle persone che muoiono sono in quarantena. Quello che stiamo vivendo è una situazione di grandissima crisi e difficoltà.

Il nostro vescovo  ha iniziato da subito a mandare comunicati insistendo sulla necessità di osservare le norme di igiene e sicurezza in qualsiasi ambiente e coordinandosi sempre con i vescovi limitrofi.  Per cui è chiaro che stiamo attenti ma cerchiamo in qualche modo anche di stare a contatto con la gente. Siamo in una situazione di emergenza che dobbiamo gestire in un’ottica anche di esigenza e di attenzione. Io credo che in questi giorni  una pastorale digitale, una prossimità digitale, non solo sia possibile ma sia doverosa.

Sappiamo bene che la preghiera su internet è diversa dalla preghiera fatta in prossimità. Lo stesso accade per la celebrazione della Messa. Ma non è diversa la sostanza, il cuore, il buono che possiamo prendere in questo momento.  Nella Messa, ce lo insegna la tradizione della Chiesa, c’è la comunione spirituale. Possiamo essere in comunione reale fra di noi nello Spirito e questo è molto importante.

Come Chiesa siamo Corpo reale di Cristo, e nulla può sciogliere i legami che sono fondati sulla preghiera. Dobbiamo perciò fare di tutto per mantenere solidi questi legami attraverso quello che lo Spirito Santo ci dona. Quindi anche con i mezzi digitali che in questo momento, mi rendo conto, sono veramente un dono che ci offre una grande possibilità.  Io credo passi anche attraverso una connessione internet, se usata in modo sano, e nel modo giusto e con amore.

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