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Mascherine illegali stoccate a Torino e Novi Ligure, giro d’affari da 5 milioni di euro

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La Guardia di Finanza di Torino ha scoperto migliaia di articoli, tra mascherine e medicinali, arrivati dalla Cina, nascosti nei magazzini di una società piemontese. L’operazione ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di dispositivi medici non conformi, tutti importati illecitamente e successivamente commercializzati nella penisola.

La base a Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, dove aveva sede la società per azioni, amministrata da un uomo di 45 anni, e con magazzini a Novi Ligure, Cessalto (Treviso), Rozzano (Milano) e Rignano sull’Arno (Firenze). I due imprenditori denunciati, in concorso tra loro, avevano introdotto illecitamente in Italia containers di mascherine protettive, di tipo FFP2 e chirurgiche.

Nei magazzini della società di Novi Ligure, amministrata da un trentenne, i finanzieri hanno scoperto come, dietro la rivendita di capi d’abbigliamento di lusso acquistati all’Outlet di Serravalle Scrivia, si celava un deposito, all’interno del quale venivano occultate le mascherine importate illegalmente.

Qui, oltre a 130.000 mascherine, sono state rinvenute una quarantina di carte di credito, “Gold” e “Platinum”, utilizzate per l’attività illegale.

Sono ancora in corso le indagini dei finanzieri per rintracciare l’amministratore dell’azienda torinese che ha fatto perdere le proprie tracce rifugiandosi in Cina, ma anche per accertare le cause per le quali il materiale si trovasse nascosto nel magazzino dei “contrabbandieri” e non messo a disposizione dei servizi assistenziali italiani.

Il giro d’affari illegale è di oltre 5 milioni di euro. Ora circa 600 mila mascherine saranno destinate, grazie ai provvedimenti di requisizione del delegato dal Commissario per l’Emergenza Covid-19 sul territorio piemontese, agli enti pubblici e assistenziali maggiormente in crisi in questo momento.

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