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La Sindaca di Torino Chiara Appendino ha visitato TO HOUSING e inaugurato la panchina arcobaleno

Vincenzo Spinello

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A pochi giorni dalla giornata contro l’omofobia la lesbofobia, la bifobia e la transfobia e in un momento in cui il DDl Zan, il disegno di legge anti-omofobia e misoginia e abilismo, è al centro del dibattitto politico e mediatico, ieri martedì 11 maggio, la sindaca di Torino Chiara Appendino, insieme all’assessore ai Diritti di Torino Marco Alessandro Giusta, al presidente di ATC Emilio Bolla e a Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7, ha visitato To Housing, accompagnata dai responsabili del progetto Alessandro Battaglia e Silvia Magino.

Contestualmente, in via Farini, nei giardini di fronte a To Housing è stata inaugurata una panchina arcobaleno dipinta da Rosalba Castelli a cura dell’Associazione Artemixia per lasciare un’ulteriore traccia rainbow tangibile. La panchina di via Farini è una delle 4 che saranno realizzate a Torino con il nome #peaceandpride nel contesto del progetto “Insieme contro la violenza”.

La sindaca ha sottolineato l’importanza di giungere al più presto all’approvazione del DDL Zan e ha dichiarato che “la discriminazione di qualcuno corrisponde sempre al privilegio di qualcun altro ed è inaccettabile”.

Il presidente di ATC Emilio Bolla ha commentato: “Siamo molto contenti che per questo simbolo della non discriminazione sia stato scelto un luogo accanto alle nostre case, dove l’associazione Quore già svolge un ruolo importante con il progetto To Housing. Le case popolari sono per loro natura un luogo che accoglie e non discrimina”.

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che non ha potuto essere presente ha inviato a To Housing un messaggio:
“In occasione della presentazione dei primi anni di esperienza del progetto To Housing e della Giornata internazionale contro l’omotransfobia, credo sia importante riflettere sul fatto che, per chi non vive la discriminazione sulla propria pelle è difficile, purtroppo, comprendere le conseguenze, il disorientamento, il dolore, che si incidono su quella di chi invece la subisce. Dico purtroppo perché se ognuno di noi fosse in grado di mettersi nei panni dell’altro, di sentire con il cuore dell’altro, non ci sarebbe più spazio per le discriminazioni, che a volte si manifestano in modo subdolo e silenzioso, altre volte in modo urlato e violento. Per questo è importante sostenere i progetti contro l’emarginazione. La discriminazione è ingiustizia. Non subirla è un diritto. Combatterla è un dovere. Per ognuno di noi”.

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