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Cultura

Dal 5 giugno creativAfrica 2021 a Torino

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L’edizione 2021 di creativAfrica propone il tema della decolonizzazione sociale, politica e mentale. Il festival affronta tra arte, musica, letteratura, cinema e cucina la nostra coscienza storica e le criticità contemporanee, posizionamenti, intersezioni e disuguaglianze, diritti, invisibilità e razzismi per restituire dignità a tutte le culture e condividere la bellezza che scaturisce dalla creatività superando colpe e vergogne legate all’identità e aprendo scenari di innovazione. creativAfrica è un progetto di Renken, coinvolge un’ampia rete di associazioni – tra le quali Università degli Studi di Torino (Dipartimento CPS), ARCI, Seeyousound, Casa editrice 66th and 2nd, Associazione delle donne dell’Africa Subsahariana e seconde generazioni, African Art in Venice Forum, Ricette d’Africa, Piemondo/VivoIn – e di soggetti esperti (come il giornalista Karim Metref, i ricercatori Gabriele Proglio e Fartun Mohamed, Abderrahmane Amajou di Slow Food Internazionale, le studentesse e gli studenti del collettivo Ujamaa, i comunicatori di TUM, la grafica Stefania Bruno, il musicista Andrea Calia).

Nel 2015 è nato il festival creativAfrica: una finestra aperta sulla cultura africana, uno sguardo libero sulle arti di scena, la letteratura, il cinema, l’arte, il food. creativAfrica si è proposto in questi sei anni come un calendario integrato e innovativo di eventi, incontri e iniziative a Torino. Tra gli artisti ospitati spiccano Alpha Blondy, Songhoy Blues, Baba Commandant, Fiston Mwanza Mugila, Inkoly Jean Bofane, Henry Lopez, Noo Saro Wiwa, Mulatu Aztatke e gli Aziz Sahmaoui and University of Gnawa, Igiaba Scego, Lutz Gregor, il Terya Circus, Alain Mabanckou, Pape Kouma, Uliano Lucas, Seun Kuti accompagnato dall’orchestra Egypt 80, Awesome Tapes From Africa, Igoni Barret, Lola Shoneyin, Baba Sissoko. CreativAfrica propone un approccio culturale all’immigrazione e alla lotta al razzismo e alle discriminazioni, attraverso la conoscenza e la partecipazione alla vita culturale, sociale, politica ed economica, valorizzando le risorse e identificando opportunità, partnership e possibili nuovi percorsi progettuali.

CreativAfrica 2021 promuoverà eventi dal 5 al 19 giugno e in tre speciali serate di luglio (Giovedì 1, 8 e 15) al Bunker (via Paganini O) nel nuovo spazio Jigeenyi circolo che promuove cucine e culture africane. All’interno del festival saranno presentati concerti, incontri letterari e artistici, proiezioni cinematografiche, workshop, installazioni, percorsi educativi e tre giorni di summer school per dare spazio alla contemporaneità delle culture africane, al pensiero postcoloniale e decoloniale e per creare possibilità di incontro tra i cittadini, le associazioni, gli ospiti internazionali, le organizzazioni.

Le sezioni del festival sono quattro e intrecciano una densa proposta multidisciplinare.

Letteratura e incontri contemporanei: incontri, reading e dibattiti offrono la possibilità di riflettere sulla letteratura postcoloniale in Italia e in Europa in collaborazione con casa editrice 66th&2nd. Tra gli appuntamenti in programma: Cristina Ali Farah, reading e presentazione in anteprima de Le stazioni della luna 11 Giugno h 19; Marilena Delli Umuhoza e Ian Brennan: presentazione Razzismo nei mass media: Negretta. Baci Razzisti + Silenced by sound 12 Giugno h 19; Nadeesha Uyangoda: presentazione L’Unica persona nera nella stanza 16 giugno h 19.

Arte e toponomastica: la prospettiva decoloniale interroga i luoghi, le vie, le statue e da spazio a azioni artistiche, musicali, performance. Una sperimentazione artistica a cura di Ilaria Conti e Neri Torcello (African Art in Dialogue/ Afriacn Art in Venice Forum) accompagna il primo walking tour di cretivAfrica. Domenica 13 – performance con Alfie Nze: l’artista propone una cerimonia di comunione igbo, un rito di accoglienza per ripartire insieme da prossimità e fragilità accompagnando la passeggiata Valentino coloniale.

Cinema e Musica: in calendario tra Giugno e Luglio tre appuntamenti di cinema musicale proiettati all’aperto nell’arena estiva del Bunker su proposta di Seeyousound e a cura di Juanita Apraez Murillo ovvero Contradict – 2020 – Peter Guyer & Thomas Burkhalter (10 Giugno); Ethiopiques. Revolt of the Soul – 2017 – Maciek Bochniak (1 Luglio); Fonko – 2016 – Lamin Daniel Jadama, Lars Lovén, Göran Hugo Olsson (15 luglio)

Imperdibili l’inedito spettacolo di Federico Sacchi dedicato alla musica somala (17 Giugno) e la proiezione dei documentari Appuntamento ai marinai di Ariam Tekle (11 giugno) e Dietro i Fronti di Alexandra Dols (13 Giugno).

Afro-djset, SOUND SYSTEM e live music coinvolgeranno: BABACAR MBAYE suonatore di kora e artista senegalese; il collettivo musicale UHURU REPUBLIC che offre una contemporanea interpretazione dei suoni della musica dell’Africa Orientale in dialogo con l’elettronica; Afrodelic, l’innovativo progetto del musicista e produttore Victor Diawara; DRUIDISCOS HiFi, ARSEN mc, LEE FRY MUSIC, CISKO KID, ONDAPACIFICA, MAKINDA HiFi sound system e IBSONE DAONE.

Cucina: durante il festival saranno proposti, con Jigeenyi e Ricette d’Africa, due laboratori interculturali di cucina (domenica 6 Giugno e domenica 13 Giugno) in collaborazione con Slow Food e innovative esperienze di ristorazione (brunch, animazioni sul cibo, cene, degustazioni) valorizzando l’incontro tra percorsi e storie di tutto il continente sotto la guida della chef Delisia Essono di BlackDelicious Lab (Roma).

Programma

5 Giugno 2021 h 16/22

Il festival si apre con un Sound System dedicato alla afro world music e con la cucina di Jigeenyi – un circolo dedicato alle culture e cucine africane che inaugura proprio con il festival!

DRUIDISCOS HiFi e LEE FRY MUSIC (etichetta indipendente from Alba che presenta il nuovo album world Kalipè). Il sound afro reggae di CISKO KID si alterna con l’afro latin di ONDAPACIFICA.

Degustazioni di cucina afro fusion e cena in collaborazione con la chef Delisia Essono.

Cisco Kid mc e Selecta è fondatore dei Filuferroots a Bologna nel 2008 insieme a Nicolas, nella stessa città organizzano eventi con artisti italiani e internazionali. Partecipano a tutte le edizioni del Sardinia reggae festival e sono partecipi di molti dei grandi e piccoli eventi reggae isolani, nel mentre Cisco Kid si dedica sempre più al microfono e meno alla selezione collaborando con diversi sound System tra cui Shakalaka Sound system, Sardinia sound international, Rockers clan Imperial Sound Army e molti altri! Negli ultimi tre anni vola in India,a Goa, per la stagione musicale con il 10000 Lions Sound System come Mc e cantante, qui ha l’occasione, il tempo e la libertà di dedicarsi totalmente al microfono, sempre alla ricerca di nuovi stili ispirandosi ai mitici anni 70 della musica giamaicana. Con i Lions partecipa al Goa Sunsplash, il primo festival reggae dell’India, VH1 Supersonic Festival solo per citarne alcuni, ma è ospite anche di diverse realtà locali come il Reggae Rulez the Beach domenicale di Rudy Roots cantando al fianco di artisti del calibro di Naaman e Cian Finn! E sempre a Goa nasce la Rooftop Session dell’artista australiano Dub Fx, una serie di video dubplate, disponibile su YouTube, del team internazionale di cantanti Forelock, Steppa Style, Masia One e Cisco Kid! Il suo pezzo “Love A Dub Song” è stato rilasciato, nella sua versione originale, dall’etichetta italiana Serengeti Music di Torino su tutte le piattaforme digitali. Un altra grande collaborazione è quella del pezzo chiamato “Jah Bible” uscito nell’aprile del 2020, pezzo cantato insieme a Dan I di Imperial Sound Army e prodotto da Paolo Baldini DubFiles produttore de La Tempesta Records.

Lee Fry Music è il nome artistico dietro cui si cela il produttore Roberto Orde Casetta.

Originario del Piemonte, Roberto si appassiona da piccolo alla musica reggae grazie a una cassetta di Bob Marley delle sue sorelle, e da quel momento intraprende un percorso musicale di ricerca personale e promozione della musica in levare nell’area Langhe e Roero.

Dal 2000, non solo organizza serate e concerti con la crew Rootz Flava, ma forma anche una band, i Malaweeda, con cui pubblica tre album e si esibisce in diversi concerti. In seguito esplora anche la musica elettronica e il folk/indie con altre due band, VIP Veniamo in pace e Los Refusè.

Nel 2015 decide di dare vita al progetto Lee Fry Music con cui si dedica all’organizzazione di eventi, tra cui il festival ETnICAMENTE di cui è ideatore e direttore artistico, alla collaborazione con varie compagnie teatrali di cui cura le colonne sonore e alla produzione musicale: una sorta di showcase delle sue esperienze musicali “senza frontiere” con particolare attenzione ai ritmi in levare e alla black music.

Lee Fry Music ha partecipato alla produzione di numerosi album e singoli di altri artisti e ha all’attivo tre lavori: due EP, Mooga Sessions (2018) e Andale (2019), e un album, Kalipè (2020).

6 Giugno 2021 h 11/17

In collaborazione con Slow Food e con l’Associazione delle donne dell’Africa Subsahariana e seconde generazioni, una giornata dedicata alle voci dei giovani afroitaliani intrecciando sapori africani e cibo buono pulito e giusto.

Ore 11-15 afro brunch.

Ore 11 reading e dialogo con la scrittrice Esperance Hakuzwimana che presenta il libro E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana. Dopo una vita trascorsa a rispondere alle domande e alle curiosità altrui, sulle sue origini, sulla sua pelle, sulle sue opinioni, Espérance Hakuzwimana si serve della scrittura come strumento per riappropriarsi del suo spazio ed esporsi, rivelarsi – a modo suo, nei suoi termini, alle sue condizioni.

Ore 14 laboratorio di cucina decolonize your food.

Ore 15.30 free talk “Ah ma siete sorelle?” con Deka Mohamed Osman, Exaucée Ngoma Mbenza e Esperance Hakuzwimana, un discorso libero e provocatorio a partire dalle esperienze di vita di tre giovani afroitaliane, tra improvvisazione e storytelling.

10 Giugno h 19/24

Afro-aperitivo, djset a cura di Damonji aka Diggin’ South e proiezione film musicale Contradict in collaborazione con Seeyousound music film festival.

Contradict – 2020 – Peter Guyer & Thomas Burkhalter

Quando due amici iniziano una raccolta di denaro per le strade di Accra, a favore di una cosiddetta “sofferenza in America”, lo fanno per divertimento, per provocazione politica o per un presagio? Due cineasti svizzeri rispondono a queste domande con l’aiuto di sette musicisti del Ghana: M3NSA, Wanlov The Kubolor, Adomaa, Worlasi, Akan, Mutombo Da Poet e Poetra Asantewa, una nuova generazione di musicisti che affronta le lotte post-coloniali dei loro genitori e dei loro nonni con nuovi mezzi e alleati. Producono il loro lavoro a basso costo grazie a nuovi software e condividono le loro preoccupazioni su Internet. Nella loro musica, chiedono un nuovo ruolo per l’Africa nel mondo di oggi, rafforzano la fiducia delle donne in se stesse, combattono l’inquinamento ambientale e insegnano ai loro coetanei l’auto-accettazione, la fiducia in se stessi e l’autostima.

Damonji aka Diggin’ South

Selector e collezionista di dischi anni ’70 e ’80 provenienti da Africa, Brasile e Caraibi. Ugualmente affascinato da funk, latin e disco sfugge alle definizioni e nei suoi set cerca di connettere tutti questi universi.

Su Radio Banda Larga conduce Diggin’ South, programma mensile dedicato a musica dall’Africa e dalle sue diaspore. propone Dj set in vinile, un viaggio tra le musiche dell’Africa Occidentale Anni ‘70 e ’80 fino ad arrivare ai ritmi caraibici. Dalla rumba dell’Angola al Soukous della Costa d’Avorio, dal funk nigeriano ai ritmi afro latin e zouk..

11 Giugno h 19/24

Anteprima del libro “Le stazioni della luna” di Cristina Ali Farah in collaborazione con la casa editrice 66th&2nd e proiezione del documentario “Appuntamento ai marinai” di Ariam Tekle e dialogo con la regista.

Scrittrice e poetessa di padre somalo e madre italiana, Ubah Cristina Ali Farah è nata a Verona e cresciuta a Mogadiscio dall’età di tre anni fino al 1991, quando, a seguito alla scoppio della guerra civile in Somalia, si è trasferita all’inizio in Ungheria e poi in Italia. Il suo primo racconto, Interamente, è apparso nel 2003 su «El Ghibli», prima rivista italiana dedicata alla letteratura della migrazione e della diaspora. Ali Farah collabora con varie testate, tra cui «Internazionale», «la Repubblica», «Giudizio Universale». Il suo romanzo d’esordio, Madre piccola (Frassinelli) – sviluppato da un racconto vincitore del concorso Lingua madre al Salone Internazionale di Torino – si è aggiudicato nel 2008 il premio Elio Vittorini.

Ariam Tekle è una regista Eritrea-Italiana nata e cresciuta a Milano. Figlia di immigrati eritrei, Ariam ha sviluppato un interesse consapevole riguardo la diaspora africana. Nel 2014 ha ottenuto laurea triennale in Relazioni Internazionali (Scienze Internazionali ed Istituzioni Europee) e nel 2015 ha completato il suo Master in Sociologia e Antropologia, il quale le ha dato le competenze e gli strumenti necessari per iniziare ad analizzare le problematiche di integrazione riguardante la comunità eritrea a Milano. Inoltre, è stato il punto di partenza per iniziare a scrivere il suo primo documentario, Appuntamento ai Marinai.

Appuntamento ai Marinai racconta l’esperienza della Seconda Generazione di immigrati di origine eritrea nata o arrivata in Italia tra la fine degli anni 70 e inizio 80, in particolare a Milano. Ripercorrendo l’infanzia e l’adolescenza dei protagonisti, si vuole riflettere su cosa volesse dire crescere come figli di migranti in una società in cui ancora non si parlava di Seconde Generazioni.

Un documentario come intermediario tra passato e presente, dove luoghi, fotografie, esperienze, racconti e persone possono trovarsi, scoprirsi, conoscersi. Un rendez-vous in Largo Marinai d’Italia (Milano), per incontrare i protagonisti e le loro storie, con lo scopo di favorire la conoscenza della comunità eritrea, radicata in Italia da ormai quasi mezzo secolo.

12 Giugno h 19/24

Aperitivo e presentazione “Il razzismo nei mass media” di Marilena Delli Umuhoza e Ian Brennan. Concerto di Chris Obehi.

Chris Obehi, nome d’arte di Christopher Goddey, nasce in Nigeria nel 1998. Durante l’infanzia viene introdotto alla musica gospel dalla famiglia. Nel 2015 fugge dal suo paese a causa delle persecuzioni religiose portate avanti da Boko Haram. Giunto prima in Libia, quindi a Lampedusa e infine a Palermo, dove stringe amicizie alle jam session facendosi notare come bassista. Qui intraprende gli studi di contrabbasso al conservatorio Alessandro Scarlatti e apprende da autodidatta la chitarra: nel frattempo matura grande interesse per la musica tradizionale siciliana, imparando le canzoni di Rosa Balistreri; nell’inverno 2018 un video nel quale suona “Cu ti lu dissi” raggiunge nell’arco di tre settimane quasi un milione di visualizzazioni. Nel 2019 realizza più di 100 concerti, attraversando tutta la Sicilia e poi in Sardegna e in Lombardia, suonando e raccontando la propria storia per locali, associazioni, club, manifestazioni e festival: il memoriale di Peppino Impastato (Cinisi), Mondo Sounds Festival (San Vito Lo Capo), FestiValle (Agrigento) e Meeting Del Mare (Marina Di Camerota); partecipa al cast della prima dell’opera “Winter Journey” di Ludovico Einaudi al Teatro Massimo di Palermo. Nel dicembre 2019 vince la Targa Siae – Giovane Autore a “Musica contro le Mafie”. Nel gennaio 2020 vince il XIX Premio Rosa Balistreri e Alberto Favara.

Il primo album di Chris Obehi, uscito per 800A Records, si chiama “OBEHI”, che in lingua Esan significa “mani d’angelo”. L’album è composto da canzoni in italiano, inglese, siciliano, Esan e Pidgin nigeriano e il tema principale è la lotta alla difesa dei diritti umani. Le melodie dell’album sono semplici e ruotano attorno a pochi elementi uniti efficacemente: il beat della batteria ispirata allo stile afrobeat, il basso dall’energia afro esplosiva e le chitarre soliste.

Marilena Delli Umuhoza e Ian Brennan lavorano da oltre dieci anni ad album di successo internazionale con protagonisti artisti di strada dai paesi meno rappresentati del mondo. In questo straordinario viaggio sul razzismo mediatico, Marilena (scrittrice, regista e fotografa italo-rwandese) parlerà del suo libro-testimonianza “Negretta -Baci Razzisti” e del ruolo cruciale della rappresentazione all’interno del tema dell’identità per le nuove generazioni di italiani. Ciò offrirà uno spunto di riflessione sul movimento Black Lives Matter e il razzismo istituzionale in Italia e nel mondo.

Ian Brennan (produttore californiano pluripremiato ai Grammy’s) espanderà la tematica del razzismo trasponendolo al settore della musica. In un mondo dominato da un sound occidentale, Brennan farà un punto sulla mancata diversità all’interno di un sistema in cui la tecnologia svolge un ruolo centralizzante, invece di distribuire e condividere tale potere in modo equo e democratico. Parlerà del modo in cui commercializzazione e produzione di massa abbiano finito per corrompere le arti mettendo a rischio la cultura della condivisione. Spiegherà come i paesi industrializzati finiscano così per ricolonizzare il mondo attraverso i mass media che minacciano le culture autoctone. E illustrerà come l’idea che il pubblico fruisca della musica in maniera indipendente sia pura illusione.

L’incontro culminerà con scatti e filmati dalle aree più remote del mondo e musicalmente invisibili, che illustreranno anche il processo di registrazione di Brennan nel pieno rispetto della libertà espressiva degli artisti più svariati: venditori di topi, prigionieri, gruppi ostracizzati e molti altri.

Marilena Delli Umuhoza ha un Master in Lingue e Letterature straniere per la Comunicazione Internazionale e ha studiato cinema alla UCLA di Los Angeles. Madre dal Rwanda, padre di Bergamo, ha firmato due libri sul razzismo in Italia. Fotografa e regista, ha lavorato col marito Ian Brennan a circa 30 album di artisti da tutto il mondo, soprattutto da paesi meno rappresentati come Rwanda, Sud Sudan e Malawi.

Ian Brennan è un produttore musicale pluripremiato ai Grammy’s, che negli ultimi 10 anni ha lavorato a circa 30 album per artisti internazionali (Tinariwen, Zomba Prison Project, Ramblin’ Jack Elliott) da tre continenti (Africa, Europa e Asia). Autore di sei libri, tiene seminari di prevenzione alla violenza in tutto il mondo dal 1993 per organizzazioni prestigiose come l’università UC Berkley, la University of London e la New York’s New School.

13 Giugno h 11/20

Domenica dedicata alla decolonizzazione dal cibo alla toponomastica attraverso l’arte e la musica. Ore 14 Un laboratorio di cucina sviluppato in collaborazione con Slow Food conduce a riflettere sui percorsi storici e coloniali dei cibi e degli ingredienti con accompagnamento musicale di Babacar Mbaye. Nel pomeriggio l’artista Alfie Nze in collaborazione con African Art in Dialogue dirige una performance artistica che segue la passeggiata Valentino coloniale (h16) immergendo il pubblico nella ritualità Igbo dell’accoglienza e dell’ospitalità, per un nuovo incontro e una nuova comunione sociale: Igbo Communion (h17 – Fontana dei 12 mesi).

La proposta domenicale termina alle 18.30 con la proiezione di Dietro i fronti al cinema Lux in presenza della regista Alexandra Dols e della protagonista del documentario dott.ssa Samah Jabr (pischiatra e attivista palestinese).

Alfie Nze, nato in Nigeria nel 1972, ha studiato a Lagos presso il National Institute of Arts-Yaba. In Italia dagli anni Novanta, esprime la sua arte come autore, regista, attore e video-maker.

Babacar Mbaye è suonatore di kora e artista senegalese, vive e lavora tra la Francia e il suo Paese d’origine.

Autore, compositore e cantante, Babacar performa le sue composizioni ispirandosi al repertorio della tradizione interpretato de-colonizzando la musica senegalese a partire dai suoni della kora con innovazione e estro.

Dietro i fronti (2020). La psichiatra e scrittrice Samah Jabr ci guida in un viaggio per comprendere le dinamiche del colonialismo contemporaneo, la resistenza del popolo palestinese, mostrando l’utilizzo della violenza psicologica israeliana e le loro conseguenze sulla popolazione. Un documentario a più voci per ragionare sulle oppressioni e sulla decolonizzazione delle menti.

16 Giugno h16/22

presentazione del libro L’Unica persona nera nella stanza e incontro con l’autrice Nadeesha Uyangoda (h19) e passeggiata Valentino coloniale (h16).

Nadeesha Uyangoda è nata in Sri Lanka, ma vive in Brianza da quando aveva sei anni. È un’autrice freelance che da tempo si occupa di identità, razza e migrazioni. I suoi lavori sono stati pubblicati da Al Jazeera English, Not, «Rivista Studio», «The Telegraph», Vice Italia, openDemocracy.

La razza è un concetto difficile da cogliere, pur non avendo fondamenti biologici produce grossi effetti nei rapporti sociali, professionali e sentimentali. La razza in Italia non si palesa fino a quando tu non sei l’unica persona nera in una stanza di bianchi.

E quell’unica persona è Bellamy, Mike, Blessy, David… una moltitudine in parte sommersa, sotterranea. Quell’unica persona è chi si è sentito dire troppe volte che «gli italiani neri non esistono»: lo gridano negli stadi, lo dice certa politica, sembrano confermarlo le serie tv, la letteratura, i media.

In un certo senso è persino vero: gli italiani neri non emergono, non si vedono negli ambienti della cultura, nei talk show e nelle liste elettorali. O meglio, in quei luoghi esistono ma solo come oggetto del discorso, quasi mai come soggetto. La loro presenza è ridotta alla riforma della cittadinanza, ai casi di razzismo, all’«immigrazione fuori controllo», ai barconi, all’«integrazione».

Con un approccio inedito e un linguaggio fresco e «social», Nadeesha Uyangoda apre in questo libro, che incrocia saggio e memoir, un’onesta conversazione per comprendere meglio la dinamica razziale nel nostro paese.

Una passeggiata parte dall’arco del Valentino per affrontare tra il parco e il Monte dei Cappuccini, la toponomastica coloniale di Torino con uno sguardo alla memoria storica e le voci della contemporaneità afroitaliana.

17 Giugno h 19/24

Grande serata di innovazione e di musica con l’inedito spettacolo di Federico Sacchi Somali Disco Fever – L’incredibile sound del Corno d’Africa (1969-1991) dedicato alla musica somala. Aperitivo con djset e voce di Uhuru Republic.

FEDERICO SACCHI – MUSICTELLER IN:

Somali Disco Fever – L’incredibile sound del Corno d’Africa (1969-1991).

Quella della musica somala è una storia incredibile che verrà raccontata dal musicteller Federico Sacchi in una delle sue esperienze d’ascolto. Un vero e proprio documentario dal vivo che fonde storytelling, musica teatro e video che fa il suo debutto nazionale sul palco di Creativafrica 2021.

La musica prodotta in Somalia tra gli anni ’70 e i primi ’90 è una magnifica anomalia. Una commistione di sintetizzatori celestiali, chitarre e bassi funkeggianti, ritmiche in levare vecchie di secoli e voci bolliwoodiane senza paragoni. Una musica che prende forma e si sviluppata sotto una dittatura che inizialmente aveva deciso di creare un’identità nazionale puntato tutto sull’alfabetizzazione, la promozione delle arti e l’emancipazione delle donne (le vere protagoniste di questa storia). Musica come strumento di decolonizzazione dello spirito e della cultura di un paese.

Un patrimonio dell’umanità giunto a noi grazie all’azione eroica della popolazione che sotterrò migliaia di nastri e cassette per salvarli dal fuoco amico di una guerra civile che ha dilaniato il paese per più di vent’anni. Un patrimonio raccolto e conservato negli archivi di radio Hargeisa e divulgato negli ultimi anni grazie all’azione di due visionari discografici/musicologi.

Welcome to Uhuru Republic è l’album di debutto di Uhuru Republic, molto più di un progetto musicale: un viaggio straordinario di un collettivo di artisti italiani ed africani, di curatori, ambasciatori, designers, imprenditori, visionari che hanno deciso di mettere insieme energie e ispirazione per creare qualcosa di unico, un ponte fra il nostro Paese e l’Africa che supera i confini fra i due continenti. Registrato tra Dar Es Salaam e Zanzibar (Tanzania), e post prodotto tra l’Italia e l’Africa da Giulietta Passera, Raffaele Rebaudengo e FiloQ, che ne ha curato anche il mixaggio,

Uhuru Republic è un collettivo di artisti italiani e africani, nato grazie al sostegno dell’ Ambasciata italiana a Dar Es Salaam che ha spinto gli artisti Giulietta Passera (voce, Mangaboo, The Sweet Life Society, Istituto Italiano di Cumbia, Sonoristan), FiloQ (elettronica, Istituto Italiano di Cumbia, Magellano) e Raffaele Rebaudengo (viola, Gnu Quartet) a intraprendere un viaggio in Tanzania e a dare vita ad un progetto artistico e musicale unico nel suo genere: connettere attraverso la musica e l’arte due culture apparentemente distanti come quella africana e quella italiana. Più di trenta artisti provenienti da Tanzania, Italia e Kenya assieme.

Sabato 19 Giugno h10/22

Una giornata di festa, di musica e di afro street food al Parco del Valentino insieme a Radio Banda Larga e a Imbarchino per chiudere il Festival di Giugno in un incontro con la cittadinanza. Afro street food di Ricette d’Africa e Jigeenyi.

Giovedì 1 Luglio h19/24

Il primo degli speciali Giovedì di creativAfrica a Luglio presenta con Seeyousound il film Ethiopiques. Revolt of the Soul (2017) di Maciek Bochniak.

Dj set di Dj’mbo from Gambia (Alessandro Gambo)

Musica potente, testimone incantevole e piacere nostalgico nell’immagine e nel suono. Ethiopiques – Revolt of the Soul è la storia di Francis Falceto, il musicologo e produttore della world music, che grazie all’ascolto di un disco, regalatogli ad una festa, ha scoperto il jazz ed il pop etiopico ed è diventato uno dei più importanti e influenti specialisti di quel genere musicale.

Il film raccoglie filmati vecchi e nuovi di brillanti musicisti, molti dei quali vivono oggi esiliati e in povertà, sullo sfondo politico e sociale e sugli sconvolgimenti avvenuti durante la fine del regno di Haile Selassie e il passaggio alla giunta Derg. Ethiopiques – Revolt of the Soul è una festa per gli amanti dell’Ethio Jazz.

Dj’mbo from Gambia – Alessandro Gambo – è collector, dj, art director, promoter, ideatore dei progetti TUM, Land Of Dance Records, Jazz is Dead Festival, Varvara Festival, Il Silenzio Del Rumore Records, Musica Altra.

Giovedì 8 Luglio h19/24

Decolonizzare le menti significa anche aprirle alla potenza artistica afrodiscendente che vibra sul nostro territorio. Un sound system e una serata dedicati all’Africa che anima Torino e il Piemonte con Makinda Hi-Fi e Ibson Daone.

Makinda Hi – FI, nato nel 2008, è un SoundSystem autocostruito in tipico stile UK. Ha condiviso la control tower con i grandi della scena dub europea, tra cui Aba Shanti-I, King Shiloh, Vibronics e king Earthquake. Le selezioni spaziano dall’early Jamican-Roots-Reggae, alle più moderne sonorità Stepper/Digital, rigorosamente in chiave Conscious. Una grande passione per musica in vinile, dubplates, ed effetti autocostruiti!

IBRAHIMA KHALIL POUYE AKA IBSON DAONE è un’artista senegalese nativo di Dakar. Dal 2011 insieme alla NEYBAZ BAND partecipa a numerosi festival reggae in Senegal e in Francia. Dal 2015 a Torino forma la sua nuova band IBSON DAONE & BROTHERS con cui pubblica 2 CD riuscendo a fondere i ritmi originari della sua terra alle nuove melodie della reggae e afro world music. Nell’agosto 2019 esce il suo primo album internazionale “Maam” (nonni) in omaggio alle sue radici. Sicuramente una delle voci più interessanti del momento non a caso molti lo associano alla mitica voce Jamaicana di Garnett Silk.

Giovedì 15 Luglio h 19/24

Grande serata dedicata alla musica con il film Fonko (2016), proiettato in collaborazione con Seeyousound, e i suoni senza confini di Afrodelic.

Fonko (2016) – Lamin Daniel Jadama, Lars Lovén, Göran Hugo Olsson

“The great music revolution of today takes place in Africa” (“La grande rivoluzione musicale di oggi sta avvenendo in Africa”): è la voce di Neneh Cherry che ci introduce al viaggio che stiamo per intraprendere attraverso l’intero Continente in cui scopriremo l’Hip Hop della Nigeria, il Reggae e il Rap del Sud Africa, ma anche stili completamente nuovi, come la musica dance underground angolana: il Kuduro. Raccontato dalla voce di Fela Kuti attraverso vecchie registrazioni, incontriamo gli artisti, i blogger e i produttori più brillanti, che sono sì stelle emergenti, ma anche artisti consapevoli che hanno interiorizzato una nuova fiducia in se stessi dopo decenni di decolonizzazione. Sono coscienti dell’importanza della liberazione dalla mentalità coloniale e l’esperienza dell’oppressione ha reso la loro musica impertinente e sfacciata, così da esorcizzare la morte, mettendo in connessione la storia passata con il futuro, mantenendo le proprie radici sia nel locale che nel globale, usando strumenti elettronici ma anche tradizionali per incanalare la rabbia in una fusione di energie. E proprio come il ritmo ipnotico della sua colonna sonora, il documentario pulsa di immagini e colori vivi stampando sullo schermo enormi titoli in un montaggio serrato, tanto vibrante quanto l’intero continente africano. Co-diretto da Göran Hugo Olsson (award-winner al Sundance 2011 con The Black Power Mixtape 1967-1975), Lamin Daniel Jadama e Lars Lovén, Fonko mantiene intatto l’intenso stile “collage” del regista e lo applica a questo soggetto pieno di groove (ma non meno carico politicamente), la nuova musica pan-africana. Fonko è uno dei più freschi documentari dell’ultimo quinquennio, orgogliosamente afro-centrico, che arriva alla radice stessa della natura della musica come potente strumento di cambiamento sociale e politico!

Afrodelic è il progetto musicale del chitarrista e produttore Victor Diawara, nato in Lituania, e cresciuto in Mali. L’album “Dusunkun Hakili – The memory of the heart” è una collezione di suoni che viaggiano tra Africa e Europa, tributo al padre, scrittore e poeta maliano Gaoussou Diawara. Tutte le canzoni partono dalla sua lirica e intrecciano un intrigante mix di musica africana e ritmi elettronici. La maggior parte delle canzoni è stata registrata a Bamako con artisti, musicisti e cantanti locali; Victor aggiunge a queste basi suoni elettronici e ritmi innovativi nel suo studio.

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