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Nella Sala del Tempio della Mole si incontrano Italia e Romania attraverso la loro letteratura

Redazione Quotidiano Piemontese

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Mercoledì, 1° dicembre 2021, nel cuore della Mole monumento simbolo della Città di Torino nel mondo, nella “Sala del Tempio” è andato in scena l’evento “La parola che unisce” organizzato dalla FARMP, la Federazione delle Associazioni Romene e Moldave del Piemonte.

Alla presenza di cittadini, rappresentanti istituzionali della città di Torino e di diverse città dell’area metropolitana e del Piemonte, oltre che ai soci e ai Presidenti delle otto associazioni che compongono la Federazione, si è deciso di raccontare il significato della Festa Nazionale della Romania attraverso parola e i versi dei grandi della letteratura romena, unendo ”idealmente” il poeta e letterato romeno Mihai Eminescu con il “Sommo Poeta” italiano Dante Alighieri, accomunati per essere considerati dai rispettivi popoli come “i padri unificatori delle lingue nazionali”.

L’incontro è stato impreziosito dagli interventi dei professori Harieta Topoliceanu e Roberto Melo del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino che hanno patrocinato l’evento, insieme alla Città di Torino ed al Consolato Generale di Romania a Torino che hanno sostenuto e contribuito alla realizzazione della manifestazione ospitata dal Museo Nazionale del Cinema grazie al “cappello” del progetto “Culture alla Mole” siglato dal Museo e dalla Città di Torino a metà del 2021.

I due professori hanno evidenziato i rapporti forti in ambito scientifico e letterario che uniscono l’Italia e la Romania, sottolineando come i legami risalgano alla seconda metà dell’Ottocento e siano strettamente legati ai nomi e all’attività diplomatica e culturale di VASILE ALECSANDRI (1821-1890), poeta, scrittore, diplomatico romeno (all’epoca Ministro degli Affari Esteri del Governo di Alexandru Ioan Cuza), attività che ha portato alla fondazione della prima cattedra di lingua e letteratura romena presso l’Università degli Studi di Torino.

La serata è poi proseguita con i giovani studenti dell’Università che hanno provato a cimentarsi nella difficile arte di leggere testi della Divina Commedia e di Luceafarul (Espero) in entrambe le lingue, italiana e romena.

Ad unire la recitazione e gli interventi dell’Università ci hanno pensato i giovani artisti della comunità che si sono alternati con pezzi strumentali al violino e con canti della tradizione romena. Tutti giovanissimi, a partire da Nicolas Florica 12 anni (recitazione e canto), Samuel Edoardo Bejan, giovane violinista studente quindicenne del Conservatorio e per finire con la bellissima voce di Marta Agape di 17 anni. I ragazzi sono stati accompagnati da Valentina Spinu che insieme a Padre Cristian Vasilescu hanno omaggiato Mihai Eminescu con la celebre canzone “Eminescu” scritta dal grande poeta Grigore Vieru. Padre Vasilescu ha poi omaggiato la lirica italiana esibendosi nel famoso “Il lacerato Spirito” di Giuseppe Verdi prima dell’emozionante finale in cui le quattro voci si sono unite insieme cantando con tutti i presenti “Cat traim pe-acest pamant” di Nicolae Dabija.

“L’obiettivo di questo evento vuole essere non solo di celebrare la Festa Nazionale della Romania, ma anche e soprattutto quello di aprirsi alla città e di raccontare la cultura della Romania e farla conoscere a tutta la cittadinanza, includendo tante altre realtà di comunità che abbiamo invitato ad essere qui oggi per condividere tutti insieme questo momento di festa”, ha dichiarato il Presidente della FARMP.

All’evento hanno partecipato le cariche istituzionali presenti in città, a cominciare da Sua Eccellenza, Dott.ssa Ioana Gheorghias, Console Generale della Romania a Torino, che ha salutato connazionali e cittadini italiani e romeni: “Mi preme ricordare che 103 anni fa che vivevano in Italia cittadini romeni che avevano divulgato vari manifesti per far conoscere il loro ideale di unità. È nato un coordinamento a Roma e in altre città come Napoli, Milano e Torino sono nate associazioni e comitati pro Romania che hanno dichiarato pubblicamente il loro desiderio di libertà e di unità nazionale, e in queste associazioni attivavano personaggi di spicco della cultura, della scienza, sia italiani, sia romeni. Oggi nel monumento simbolo della nostra città giovani italiani e romeni insieme realizzano ancora una volta assieme progetti comuni che diventano «tradizione.» Questo è un forte segnale di unità di fratellanza che va sottolineato ed incoraggiato.

Cari romeni e amici della Romania, sono felice di rivederci qui nel monumento simbolo della Città di Torino dopo due anni. Rivolgo i miei complimenti alla Federazione delle Associazioni Romene e Moldave del Piemonte per l’impegno di organizzare questo evento: siete riusciti a mettere insieme un gruppo di persone animate dal desiderio di portare un pezzetto di Romania nei cuori dei romeni che vivono qui, ma anche a tutta la cittadinanza dei paesi e delle città che li ospitano, da giovani studenti ai loro professori. Fate cose davvero importanti, e non ci limitiamo solo al giorno del 1° dicembre, che rimane la festa più importante della nostra nazione, ma continuiamo a portare avanti tutti i progetti che abbiamo iniziato da un po’ di tempo a questa parte per mantenere e promuovere la nostra identità nazionale. Complimenti perché nel vero senso della parola siete riusciti ad «unire» giovani e adulti, studenti e professori, Istituzioni e cittadini. La multi ani, Romania, la mulți ani, români.”

“Una parola che unisce per una Torino plurale”. Con queste parole l’Assessora della Città di Torino, Giovanna Pentenero, ha sintetizzato il valore ed il significato di questo evento, precisando: “È questa per noi una vera ricchezza, come anche la vostra presenza nella quotidianità, nella nostra vita sociale ed economica, ed anche culturale, perché avere una cattedra all’interno della nostra Università per l’insegnamento della Lingua e della Letteratura Romena è un modo per sottolineare l’importanza ed il valore di questa ricchezza.”

Le parole del Direttore Museo Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano: “Èdi nuovo un piacere ed un onore ospitarvi qui alla Mole simbolo della Città di Torino, sede del Museo nazionale del Cinema. L’idea nata è quella di aprirla non solo a coloro che sono nati in questa città ma anche a coloro che arrivano in questa città e vogliamo che si sentano a casa loro all’interno di questo magnifico e visionario monumento disegnato dall’Antonelli alla fine dell’Ottocento. Questo è il senso che abbiamo voluto dare al progetto “Culture alla Mole”, ovvero portare dentro la Mole Antonelliana tutte le culture senza barriere e senza confini.”

Fotogallery a cura di Mischa Bursuc

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