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Ambiente

Appesi per la città a Torino manifesti contro il bioparco Zoom

Vincenzo Spinello

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Da alcuni giorni sono apparsi per le strade di Torino circa 200 manifesti contro il bioparco Zoom, accusato di tenere in “lockdown” perenne gli animali all’interno delle gabbie. Non è ben chiaro ancora chi siano gli autori dei manifesti appesi, ma dall’iconografia di questi è ben chiaro il confronto e il tentativo di fare una similitudine tra il periodo di lockdown che le persone hanno appena passato, costretti a restare in casa, con tutte le sofferenze e i disagi che ne sono conseguiti sia a livello individuale che al livello che collettivo, e il lockdown perenne, secondo gli autori dei manifesti, al quale sono costretti gli animali all’interno delle gabbie del parco.

Sul sito del bioparco Zoom, appare però una precisazione che qui di seguito riportiamo:

Niente reti, gabbie e cancelli, ma cespugli, vasche d’acqua e barriere naturali. Il bioparco è nato con l’obiettivo di fare conoscere e proteggere gli animali, conservare e difendere le specie a rischio, sostenere la ricerca e approfondire le tematiche ambientali.
Membro di EAZA, European Associations of Zoos and Acquaria, l’associazione che riunisce tutte le più prestigiose strutture zoologiche europee, Zoom è un parco di nuova concezione lontano dalla vecchia e ormai superata idea di zoo tradizionale. Un percorso che si snoda tra i 180.000 metri quadrati di natura da conoscere e da vedere seguendo un importante filo conduttore, ovvero il desiderio di sensibilizzare il pubblico alla biodiversità e alla salvaguardia delle specie in via di estinzione.

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