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Cultura

Esposta alla Biennale di Venezia un’opera di Rebor, che all’inaugurazione porta il nonno di 82 anni

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Il 22 Aprile, in occasione dell’inaugurazione della 59^ Biennale di Venezia dal titolo “Il latte dei sogni”, sarà esposta anche un’opera di Rebor, artista torinese noto per i suoi lavori di street art in rosa. L’opera, che sarà esposta presso il padiglione Venezia, è “Rivelazione digitale“, con cui Rebor ha vinto il 1º premio proprio per la sezione street art.
L’opéra rimarrà esposta dal 22 Aprile al 27 Novembre.

“Quest’opera – racconta Rebor – descrive quasi tutto il mio percorso scolastico. Ero immerso nei miei sogni mentre reagivo alle difficoltà. Oggi ringrazio quei momenti.
Un bambino con problemi di dislessia che faceva una fatica immane in classe. Il mio professore di recupero di matematica è stato uno dei miei punti più saldi, mi aveva capito più dei professori di pittura.
L’opera però riflette i grandi mutamenti che stiamo vivendo. Penso che si debba prendere spunto dalle difficoltà e trarne insegnamento e creatività.“

“Sono felice – continua l’artista torinese – di avere ricevuto il primo premio nella sezione street art del bando “Artefici del nostro tempo” e amo ancora più raccontare questo bellissimo momento attraverso le mie difficoltà.
Penso che il bello di un’opera d’arte, come per la vita, sia la sua temporaneità, transitorietà.
Prendo spunto dei media e dei social, ribalto il concetto e trovo il vantaggio dalla fugacità: in questo modo non spreco mai la vita perché sono consapevole della sua immediatezza. Tutto può durare anche solo quindici secondi, come una Instagram story. Forse è questa la… rivelazione digitale.“

Poi un paio di anticipazioni: “Come ospite d’onore, oltre alla mia famiglia, ho deciso di portare mio nonno che ha 82 anni. Si chiama Mario Marchiando Pacchiola ed è per me un grande mentore, mi ha insegnato molto assieme alla mia famiglia. Oggi se sono alla Biennale di Venezia è anche grazie a loro.
Inoltre all’inaugurazione sarò vestito in Rosa perché sia che io usi il rosa oppure dei muri scrostati per raccontare il contemporaneo, porto sempre con me un pezzo della città di Torino. (Mr. Pink, è nato qui).
Città che mi ha trasmesso molto nella costante crescita e ricerca del mio percorso. Torino mi ha sempre insegnato ad avere un buono studio dietro ogni opera e per questo tengo a ringraziare tutte le persone che mi aiutano ogni giorno.“

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