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Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore: imprese e finanza a impatto sociale, Torino capitale dell’altra economia

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Una piattaforma come Torino Social Impact, che coinvolge oltre 200 tra imprese, enti e soggetti del terzo settore, e un vero e proprio ecosistema costituito da enti pubblici, privati e fondazioni, al lavoro per accelerare sui principi della sostenibilità sociale e ambientale.

Il focus di apertura del prossimo Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore in edicola venerdì 20 gennaio in Liguria, Piemonte e Val d‘Aosta punta i fari su Torino che fa le prove generali da capitale dell’Economia «d’impatto» grazie a bandi come Impact Prototypes Labs, acceleratori per start up come Impact Deal, di Fondazione Crt e Microsoft, o progetti ambiziosi come quello relativo alla Borsa sociale.

Energia. Sul Rapporto Nord Ovest anche l’intervista a Giuseppe Argirò, amministratore delegato di Cva -Compagnia Valdostana delle Acque – azienda pubblica valdostana. Il CEO spiega al Rapporto del Sole 24 Ore il processo di diversificazione nelle rinnovabili; il nodo della liberalizzazione delle concessioni nel settore idroelettrico e il tema delle procedure autorizzative: troppo lunghe rispetto ai tempi delle imprese: “Produciamo all’85% energia idroelettrica.

Vogliamo arrivare al 50% con l’altro 50% da eolico e fotovoltaico”. La spesa per l’acquisto di Sistemi Rinnovabili, azienda nel campo del solare, da parte di Cva, ammonta a 340 milioni. Il closing avverrà entro fine gennaio. Cva ha, inoltre, acquisito il 3% di Bonifiche Ferraresi e creerà con il gruppo una joint venture per lo sviluppo di 150 MW dall’agrivoltaico.

Intrattenimento. Strutture ricettive già tutte piene e più di 100mila persone previste in città, quasi il doppio, rispetto agli abitanti abituali di Sanremo. Il centro rivierasco si sta preparando al primo Festival della canzone italiana post Covid, che si terrà dal 7 all’11 febbraio. «Siamo al completo, tutti gli alberghi – racconta il sindaco Alberto Biancheri al Rapporto Nord Ovest di venerdì 20 gennaio – sono pieni e anche le case vacanza. Il festival porta il 15-20% del fatturato annuo della città».

Ma anche a Genova e in Liguria l’intrattenimento spinge il turismo, che ha toccato per la prima volta, nel 2022, 2 milioni di presenze nel capoluogo e 15 milioni su tutto il territorio. Cresce anche il settore delle produzioni cinematografiche: a fine anno, la spesa diretta da queste sostenuta, in Liguria, ha superato i 9 milioni di euro.

Nautica. Le nuove tendenze si riflettono anche sulle strutture di accoglienza per le barche. È il caso, ad esempio, del porto di Marina di San Lorenzo (Imperia), che ha appena completato un restyling indirizzato a creare spazi per yacht sempre più grandi e sta intervenendo anche sul complesso alberghiero attiguo, per adeguarlo alle esigenze turistiche.

L’operazione è stata avviata dal gruppo Cozzi Parodi che, oltre ad averlo costruito, gestisce il porto con le sue strutture e prevede anche la realizzazione di un parco tematico. I posti barca, ad esempio, sono stati diminuiti da 365 a 268 per consentire l’ormeggio di yacht più grandi. Marina di San Lorenzo totalizza un costo complessivo pari a circa 56 milioni di euro, divisi tra le opere a mare, quelle a terra e di urbanizzazione.

Commercio. Ha preso avvio da Genova per allargarsi in tutta Italia, la crociata dei bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie che possono definirsi locali storici e che, solo a dicembre del 2022, hanno finalmente ottenuto una norma dell’Uni (Ente nazionale italiano di unificazione), che mette uno stop alla sovrapposizione di leggi regionali e comunali, albi, elenchi di vario genere e caos amministrativo per definire chi può avvalersi del titolo di locale storico.

La norma stabilisce le principali caratteristiche che i locali devono avere per poter essere riconosciuti come storici; tra queste, l’aver mantenuto gli arredi originali ed essere in attività da almeno 70 anni. Grazie alla nuova norma Uni ora gli esercenti possono sperare in incentivi e facilitazioni comuni. Il Governo potrà concedere incentivi a tutela del patrimonio immobiliare e rendere più semplici le procedure. Da Nord a Sud d’Italia, sono almeno 200 i pubblici esercizi, bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie che possono definirsi locali storici.

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