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Scoprire la vera Lidia Poët con un tour nei luoghi del Pinerolese

Il tour sarà proposto in autunno: 8 ottobre, 5 novembre e 12 novembre.

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Pinerolo –  Propiziati da un cielo terso diamo inizio, partendo da Torino, al tour che ci porterà sui luoghi in cui è nata e vissuta Lidia Poët, primo avvocato donna d’Italia.

Non sarà un viaggio, un camminare per luoghi fine a se stesso. Sarà una immersione completa, piena, nella vita (e nella morte) di chi quei borghi, e quelle valli, li ha vissuti, li ha amati e ne porta avanti le tradizioni.

Il tour, che si chiama “La toga negata”, organizzato dal Consorzio Turistico Pinerolese e Valli ha preso il via dalla borgata di Traverse, piccolissima frazione di Perrero dove Lidia è nata il 26 agosto 1855. Qui siamo accolti da donne in abiti valdesi, accompagnati da guide preparate e appassionate e aiutati dalle testimonianze dei discendenti di Lidia, Daniela Trezzi e Andrea Garavello.

È un attimo: accompagnati dalle loro parole e dalla loro ricostruzione storica, respiriamo subito l’infanzia e la storia della famiglia, di fede valdese. Gli occhi che si perdono in quelle valli e percorrono i lineamenti di quelle cime. Nessun rumore a disturbare la quiete, rivendicata e difesa, del paese.

Suggestiva e particolare la tappa nel cimitero di località San Martino: è per metà valdese e per metà cattolico, le due parti sono divise da un muro. Una sosta è proprio dedicata alla tomba dove Lidia, morta a 93 anni nel 1949, è stata sepolta. Sulla sua lapide, sbiadita dal tempo, non ci sono date di nascita e di morte, ma un passo della prima lettera di San Paolo ai Corinti che recita:

Queste tre cose durano: fede, speranza e carità, ma la più grande di esse è la carità.

Quindi tappa a San Germano Chisone dove oggi vivono una parte dei suoi discendenti. Ed è a Villa Widemann, edificio faceva parte delle proprietà di Vittorio Widemann, titolare del locale cotonificio chiuso nel 1977, che è eccezionalmente esposta la toga appartenuta a Lidia.

Ma anche la sua cuffia, quella tipica dell’abito valdese tutta in finissimo pizzo, e uno scialle ricamato a mano con un motivo che richiama i fiori di campo, quelli della zona. E, poi, alcune borsine usate per andare in teatro, i libri di Lidia in inglese e che riportano le sue annotazioni, l’abito di una pronipote che, come descritto da Laura Tessaris – storica ed esperta del costume – proprio Lidia aveva cucito a mano.

È la volta di Pinerolo. A San Maurizio dove era solita incontrarsi con Edmondo De Amicis, con cui intratteneva anche una fitta corrispondenza e caro amico di Lidia; tra le sue conoscenze Maupassant, Verlaine e Hugo. Nella Biblioteca di Pinerolo scoviamo un tesoro: lì vi sono conservati scritti e carteggi della prima avvocata d’Italia, persino la sua pergamena di laurea. Infine il Teatro Sociale dove Lidia era solita accompagnare il fratello agli spettacoli.

Una Lidia Poët mondana e vezzosa, che ama vestire di nero, porta girocolli steccati, borsette con le perline. Una donna che sceglie una facoltà universitaria, Medicina, ma poi cambia idea.

E così, avulsa dal personaggio confezionato ad hoc per una serie tv che l’ha resa famosa, scopriamo la vera essenza di una donna che ha vissuto appieno la propria indipendenza. Appoggiata da una famiglia che, pur nei limiti dettati da una epoca diversa da quella contemporanea, ha sempre accompagnato le ambizioni di una Lidia ostinata a diventare avvocato.

Circondata da luminari, amici, libri e con una buona dose di caparbietà si laureò in Giurisprudenza nel 1881. Superò l’esame di abilitazione e in assenza di norme che escludessero le donne dalla professione, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino iscrisse la Poët all’albo.

La Corte d’Appello di Torino, però, su ricorso del Procuratore Generale del Re, annullò tutto sostenendo che la professione forense fosse un pubblico ufficio e come tale vietato alle donne. Nel 1919 entrò in vigore in Italia la legge che permetteva alle donne di poter lavorare negli Uffici Pubblici, per cui solo nel 1920, a 65 anni, Lidia Poët venne iscritta all’Albo degli avvocati di Torino.

Attraverso i racconti dei suoi discendenti, conosciamo meglio Lidia, prima avvocatessa d’Italia, pioniera delle battaglie per l’emancipazione femminile, tra gli ideatori del moderno diritto penitenziario. La stessa alla quale fu donato un prezioso ventaglio dal senatore Agnelli, un riconoscimento per averlo assistito con successo in una causa.

La Poët tenne conferenze in molti Congressi Femminili dove guidò le battaglie per ottenere la piena emancipazione, la parità di genere e il diritto di voto. Durante la Prima Guerra Mondiale divenne infermiera volontaria nel corpo della Croce Rossa Italiana e fu membro del Comitato per i Profughi del comune di Pinerolo.

Il tour sarà proposto in autunno: 8 ottobre, 5 novembre e 12 novembre.
Per prenotarsi: info@turismopinerolese.it.

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