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Economia

La produzione del Crodino lascia Crodo per Novi Ligure

La storia dell analcolico biondo che fa impazzire il mondo

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Crodo – A fine 2023 la produzione del Crodino lascia Crodo il paese della valle Antigorio nel VCO a cui deve il nome e dove è stato inventato 58 anni fa per trasferirsi a Novi Ligure.

L’annuncio è arrivato da Jan Ankersen, senior VP South Europe di Royal Unibrew, la società danese proprietaria di molti brand del settore Oreca tra cui Ceres, che ha acquistato il sito produttivo nel 2017 ma non il brand Crodino, che fino a dicembre 2023 farà parte del Campari Group.

Royal Unibrew ha annunciato che “Il contratto con Campari per la produzione di Crodino a Crodo scade a fine 2023 e non sarà rinnovato. I volumi che ci vengono affidati sono ormai da alcuni anni molto bassi”.

Da anni si parlava del passaggio del Crodino ad altro stabilimento. La notizia era attesa nel VCO e dopo la comunicazione durante una serata in fabbrica con dipendenti e relative famiglie, non ci sono state dimostrazioni, anche perchè a Crodo resta l’imbottigliamento di bibite zuccherine e energy drink con un importante piano di investimenti per lo stabilimento dove è previsto il raddoppio della produzione di Oransoda e Lemonsoda.

Decisamente meno accomodante Maurizio Gozzelino, il mago delle essenze che inventò la formula della bevanda: “Portare via il Crodino da Crodo è una decisione ignobile, dettata solo da ragioni commerciali neanche molto avvedute. L’acqua è un elemento fondamentale nel Crodino e la qualità di quella della valle Antigorio non ha nulla a che vedere con gli acquedotti di città.

La storia del Crodino si intreccia con quella di Piero Ginocchi, l’imprenditore parmense che vide strategicamente il progetto dell’aperitivo analcolico per eccellenza.

Ginocchi crebbe a Parma per poi trasferirsi nel 1931 a Milano, dove diventa presidente della Spa Terme di Crodo e poi amministratore unico della società.  Con l’idea di creare un aperitivo analcolico con le acque minerali di Crodo Ginocchi decide di coinvolgere nel progetto l’enologo Maurizio Gozzelino a cui chiede di perfezionare la ricetta di un prodotto che unico e distinguibile. Il prodotto venne chiamato prima Picador, poi Biondino e poi definitivamente Crodino il 14 luglio 1965.

La ricetta del Crodino è parzialmente segreta, ma fra gli ingredienti ci sono chiodi di garofano, cardamomo, coriandolo e noce moscata, fatti riposare in botti di rovere per sei mesi, per ottenere il classico sapore amaro.

Ginocchi decise di investire cifre molto importanti per il lancio del prodotto e il Crodino diventa così protagonista di Carosello con niente poco di meno che  Brigitte Bardot, testimonial mondiale d’eccezione per diventare l’analcolico biondo che fa impazzire il mondo.

Ginocchi rimase a capo della società sino agli anni ’80 quando senza eredi decise di passaredi una delle aziende più solide del settore a una nota multinazionale.

Negli ultimi anni, Ginocchi finanziò il Centro Studi che ancora oggi porta il suo nome e che raccoglie biblioteca, archivio, teatro, sala convegni e si occupa della gestione del Museo Nazionale delle Acque Minerali. Piero Ginocchi morì a Milano nel 1998.

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