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Anziani bruciati e Re Magi che danno fuoco a una casa: nel Vco per l’Epifania si celebra la “Carcavegia”

Sandro Marotta

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VCO – Bruciare due pupazzi di legno e paglia che raffigurano le due persone più anziane del paese: sembra un rito celtico, eppure non lo è; si tratta del rito della Carcavegia, si celebra nel Vco ed è una delle tradizioni più curiose che in Piemonte si celebrano il giorno dell’Epifania. Secondo alcuni antropologi ha origine da una leggenda che coinvolge i Re Magi, protagonisti di un omicidio.

Il rito

Un rombo di corni, trombe e campanacci. Sono le prime ore del 6 gennaio, è l’alba e il rito ha inizio. Un gruppo di giovani uomini mascherati portano in processione per le vie del paese due fantocci di legno; alcuni dicono che esista una signora che da anni li realizza da sola, mesi prima. Arrivati in piazza Bolzani, i due pupazzi che rappresentano i “non ancora morti” del paese vengono posizionati su una pira di legno. Poi musica, vin brulé, panetteria tipica per tutti. Arriva la sera, sono le 20.30 circa, è l’ora. Ad appiccare il fuoco sotto le effigi dell’anziano e dell’anziana sono i giovani del paese, che simbolicamente prendono il loro posto. I due pupazzi bruciano, i compaesani festeggiano: il nuovo ha rimpiazzato il vecchio.

 

I Re Magi violenti

La leggenda di fondazione della Carcavegia risale ai tempi di Gesù, secondo la narrazione di Enrico Rizzi riportata dall’antropologa argentina Gabriela Fernanda Scarfó. I Re Magi chiesero la strada per recarsi a Betlemme ad un’anziana che tuttavia si sbagliò e fece perdere loro il sentiero. Una volta accortisi dell’errore della vecchia, i Magi tornarono indietro, bruciarono viva la vecchia insieme alla sua casa.

Il significato: falò catartico o festa conclusiva?

Due le interpretazioni possibili del falò: un rito “catartico” per liberarsi dalle malattie e delle azioni deplorevoli degli uomini, oppure una celebrazione conclusiva di tutte le feste iniziate con il Natale. Secondo l’antropologo Luca Ciurleo sarebbe da preferire la seconda opzione: “i culti relativi al fuoco, associato ad una forza divina a causa anche delle sue alte lingue che collegano cielo e terra, e quindi Dio e uomo, sono da sempre stati oggetti di culto in molte popolazioni. Inoltre, anche il periodo in cui si svolgeva questa manifestazione, ovvero quello di carnevale, rimanda ai “tempi grassi” ed ai riti di inizio anno per agevolare la venuta della bella stagione e della primavera”

Le differenze tra paesi

Come spiega l’antropologo Luca Ciurleo, esiste una differenza tra il falò di Carcavegia di Premosello Chiovenda e quello di Piedimulera (entrambi Comuni del Vco). Nel secondo infatti i fantocci non hanno le fattezze di persone reali, sono generici omini. É solo con l’ordinamento politico-sociale post Seconda guerra mondiale che i pupazzi sono fatti in modo tale che ricordino qualche personaggio “scomodo” o comunque non gradito e che simbolicamente viene ucciso.

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