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Scuola e formazione

“Contro le riforme di Valditara e le molestie sessuali a scuola”: gli studenti occupano il liceo “Einstein” di Torino

L’occupazione è il seguito di alcuni giorni di autogestione e va anche contro la decisione del dirigente scolastico di imporre la dad durante la protesta

Sandro Marotta

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TORINO – Il liceo Einstein (Linguistico e Scienze umane) è stato occupato da 100 studenti. Dopo alcuni gironi di autogestione, dvanti all’istituto di via Bologna questa mattina una delegazione studentesca si è riunita in cortile e ha barricato il cancello di ingresso con banchi e sedie; nel corso della mattinata si è svolta l’assemblea per il diritto all’abitare (con ospiti i membri dello sportello Prendocasa) e in seguito quella per il diritto al lavoro. Tre sono le motivazioni della protesta.

La riforma Valditara

“É sbagliato – spiega con i banchi accatastati alle spalle Nicola Gastini, studente al secondo anno – che si trasformino gli istituti tecnici e professonali in percorsi di avviamento solo per il lavoro nelle imprese e nelle multinazionali. Vogliamo una scuola che sia davvero formativa e non uno stage non retribuito in qualche azienda”. La riforma Valditara infatti vorrebbe una durata di 4 anni di percorso “ordinario”, a cui si aggiungerebbero 2 anni aggiuntivi di avviamento in una delle imprese che aderiranno alla rete scolastica di contatti. Sul tavolo della protesta anche la decisione del preside Marco Chiauzza di fare lezione in Dad durante l’occupazione: “è solo un modo per non ascoltarci”, spiegano gli studenti.

Il sei in condotta

“Questo governo – continua Nicola – cerca di reprimere ogni forma di dissenso  e lo si vedrà con l’approvazione della riforma del voto in condotta, che è troppo generica e sarà usata come strumento per punire tutti quegli studenti che praticano forme di dissenso; un esempio sono le occupazioni come questa, ma credo sarà applicata anche il volantinaggio non autorizzato”. In questo disegno di legge presentato da Valditara si legge che l’obiettivo è “ripristinare la cultura del rispetto, di affermare l’autorevolezza dei docenti delle istituzioni scolastiche”. In particolare, si vuole assegnare maggiore peso a generici “atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico e degli studenti” nell’assegnare i voti di “comportamento”.

La violenza sessuale

“Vogliamo un’educazione sessuale nelle nostre scuole che sia seria e continuativa; – commenta Nicolò – non bastano i corsi una tantum che si sono organizzati dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin. Vogliamo che ci sia più sensibilizzazione al tema del consenso, delle molestie e delle disuguaglianze, che ci venga spiegato come funziona il sistema patriarcale dentro cui viviamo”.

All’interno della 3C gli studenti hanno appeso un piccolo calendario in cui ciascun giorno viene colorato se una ragazza o un ragazzo subiscono catcalling. Inoltre, alcune studentesse (che preferiscono rimanere anonime) riferiscono di aver subito commenti inopportuni ed episodi di body shaming da parte dei docenti.

L’occupazione continuerà almeno fino a domani e probabilmente nei giorni successivi, con una parte di studenti che dormirà nelle aule.

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