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Scuola e formazione

L’occupazione continua: studenti di PoliTo e UniTo richiedono sessione congiunta di Senato e Consiglio di Amministrazione

La comunità accademica è spaccata su come procedere

Caterina Malanetto

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TORINO – Gli studenti in protesta continuano a occupare gli spazi universitari, chiedendo una sessione congiunta del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione. Inoltre, hanno avviato una petizione per una maggiore trasparenza sugli accordi con Israele.

La comunità accademica è divisa tra chi vuole restituire gli spazi all’università e chi sostiene l’occupazione fino alla vittoria, cioè fino a quando non saranno soddisfatte le richieste di trasparenza e boicottaggio di Israele.

Attività e tensioni crescenti

Dopo un weekend di eventi come serate musicali, allenamenti di boxe e tornei di calcetto organizzati dagli studenti pro Palestina, una nuova settimana di lezioni a distanza ha inizio. Per i collettivi, questa non è l’ultima settimana di mobilitazione; infatti, aderiscono anche alla protesta del 1 giugno a Roma, definendola “una tappa della lotta”.

Le tende dell’occupazione iniziano però a pesare sia sugli studenti, privati del diritto allo studio, sia sul corpo docente, che si divide su come risolvere la situazione.

Alcuni professori ritengono necessaria una nuova seduta congiunta del Senato e del Consiglio di amministrazione, come richiesto dagli occupanti, mentre altri temono che questo possa portare a nuovi conflitti.

Richieste di boicottaggio e divisioni accademiche

Il risultato è un’impasse. Gli occupanti chiedono un boicottaggio accademico totale di Israele, trasparenza sugli accordi in corso e la rescissione dei contratti con le accademie israeliane e le aziende belliche.

Il rettore Stefano Geuna e il Senato si sono già espressi contro il boicottaggio delle università israeliane. Geuna ha cercato di dialogare con gli occupanti tramite delegazioni, chiedendo la ripresa delle lezioni in presenza e la restituzione degli spazi universitari, ma ha incontrato resistenza.

Nonostante anche le associazioni studentesche come Run UniTo e Obiettivo Studenti chiedano il ritorno alla normalità, gli studenti pro Palestina insistono su un confronto in una seduta congiunta del Senato e del Consiglio di amministrazione per discutere delle loro richieste.

Alcuni professori, ricercatori e dottorandi sostengono queste richieste, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza e la rescissione degli accordi con le industrie belliche.

Petizioni e pressioni su rettore e Senato

Parallelamente, un gruppo di docenti ha lanciato una petizione chiedendo al rettore e al Senato accademico di avviare un processo di due diligence sugli accordi e contratti attivi tra UniTo e le università o centri di ricerca israeliani, inclusi l’Israel Institute of Technology, l’Università Ebraica di Gerusalemme, l’Università Reichman, la Ben-Gurion e le università di Tel Aviv, Haifa e Ariel.

Protesta estesa al Politecnico

L’occupazione si è estesa anche al Politecnico, dove il gruppo PolitoforPalestine ha lanciato una petizione per chiedere l’accettazione delle richieste di boicottaggio e rescissione degli accordi con le industrie belliche, proseguendo così la protesta iniziata oltre due settimane fa.

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