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Dibattito sullo Ius Scholae: Il 20% delle imprese artigiane piemontesi è gestito da stranieri

Dino De Santis (Confartigianato Torino): «Manodopera straniera indispensabile, l’integrazione scolastica può essere la chiave per il futuro»

Caterina Malanetto

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TORINO – Il dibattito sullo Ius Scholae, sollevato dal vicepremier Antonio Tajani, ha acceso l’attenzione anche in ambito economico. Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Imprese Torino, è intervenuto sul tema, sottolineando l’importanza del contributo degli stranieri nel mondo del lavoro e la necessità di affrontare il tema dell’immigrazione con una prospettiva più ampia.

«In Piemonte, le imprese artigiane gestite da stranieri sono 23.343, pari al 20% del totale. Molti di questi imprenditori erano precedentemente dipendenti. Questo dimostra quanto sia fondamentale il loro apporto, soprattutto in un momento in cui le imprese devono far fronte a una vera emergenza legata alla mancanza di manodopera» ha dichiarato De Santis. «Attualmente, possiamo confidare principalmente nel lavoro degli stranieri, che rappresentano una risorsa indispensabile per molti settori, dalla logistica all’edilizia».

De Santis ha anche evidenziato l’importanza di affrontare il tema dell’immigrazione con un approccio non settoriale: «La scolarizzazione e l’educazione civica sono elementi strategici per chi vive in Italia. È fondamentale che i lavoratori stranieri comprendano la nostra lingua, la nostra cultura e, soprattutto, i loro diritti e doveri. Solo così si potrà creare una vera inclusione».

Secondo il Presidente di Confartigianato, la crescente domanda di lavoratori stranieri nel 2024 non è legata al rifiuto degli italiani di svolgere lavori considerati usuranti, ma piuttosto a un problema demografico e sociale: «L’invecchiamento della popolazione, la bassa natalità e la crisi del welfare sono questioni che stanno mettendo in difficoltà il nostro Stato sociale. Per affrontare queste sfide, dobbiamo colmare il divario con l’aiuto degli stranieri».

Il Presidente ha poi concluso il suo intervento sottolineando l’importanza dello Ius Scholae come possibile soluzione: «Se agevoliamo l’integrazione e l’inclusione degli stranieri attraverso un percorso scolastico e formativo che consenta loro di ottenere la cittadinanza, potremmo aver trovato una chiave di svolta per il futuro del nostro Paese».

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