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Il toro, simbolo e portafortuna di Torino, sotto i portici in piazza San Carlo

Se si vuole avere fortuna, passando sotto i portici bisogna calpestare gli attributi del toro.

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TORINO – Torino: parliamo ancora una volta della città piemontese e della sua anima legata alla magia, alle leggende e alla superstizione.

Tempo fa, infatti, ci siamo occupati dell’altorilievo in bronzo in piazza Castello che raffigura Cristoforo Colombo, il cui dito mignolo, però, spicca particolarmente per il colore dorato rispetto al resto dell’opera.

Il dito del celebre navigatore ed esploratore ha cambiato colore nel tempo poiché, letteralmente, consumato. Questo perché per i torinesi il mignolo di Cristoforo Colombo è un vero e proprio portafortuna. Non sarà difficile notare qualcuno, studenti in particolare, strofinarlo energicamente: la speranza è quella che sia di buon auspicio per superare gli esami, magari con il massimo dei voti.

Il toro portafortuna in piazza San Carlo

Ma ad attirare i curiosi e in generale i più superstiziosi è un altro simbolo di Torino: si tratta del toro in bronzo che si trova incastonato nel pavimento sotto i portici in piazza San Carlo, salotto della città sabauda e dal 1618 piazza dedicata a San Carlo Borromeo.

L’effigie è lì dal 1930, ed ha da subito acquisito una connotazione scaramantica: se si vuole avere fortuna, passando sotto i portici bisogna calpestare gli attributi del toro.

Se in Galleria Vittorio Emanuele a Milano bisogna girare tre volte col tacco della scarpa sulle palle del toro, a Torino di solito lo si fa in maniera discreta. È indubbio però che a prescindere dal modo l’importante è che, per chi porta avanti la superstizione sotto gli occhi di chi è seduto allo storico Caffè Torino, calpestare il simbolo di Torino funzioni. Di sicuro gli attributi dell’animale di bronzo appaiono leggermente consumati rispetto all’intera effige.

Le origini di Torino

Chiariamo subito una cosa: il nome della città di Torino non deriva dall’animale che ne è diventato il simbolo.

La città fu fondata probabilmente attorno al III secolo a.C. dai Taurini, popolazione pare di origini celto-liguri. Secondo alcune fonti storiche, uno di questi insediamenti, chiamato Taurasia o Taurinia, fu distrutto nel 218 a.C. dal condottiero cartaginese Annibale, dopo una strenua resistenza opposta dai suoi abitanti

In seguito la città venne trasformata in colonia romana da Augusto con il nome di Iulia Augusta Taurinorum nel I secolo a.C.. Dopo il dominio ostrogoto, fu capitale di un importante ducato longobardo, per poi passare, dopo essere divenuta capitale di marca carolingia, sotto la signoria nominale dei Savoia nell’XI secolo.

Città dell’omonimo ducato, nel 1563 ne divenne capitale. Dal 1720 fu capitale del Regno di Sardegna, Stato che nel XIX secolo avrebbe portato all’unificazione italiana e che fece di Torino la prima capitale del Regno d’Italia (dal 1861 al 1865).

Perché il toro è il simbolo di Torino?

Un toro effettivamente è presente anche nella leggenda legata alla nascita del capoluogo piemontese.

Si narra infatti che nei boschi intorno alla città abitasse un drago crudele che con il suo fuoco e la sua ferocia terrorizzava e uccideva la popolazione, mangiando gli animali degli allevamenti. Gli abitanti del posto, cercando una soluzione per sconfiggere il drago, pensarono di mandare un grosso toro, uno dei più forti a loro disposizione, che potesse lottare contro il mostro.

Non solo: gli abitanti della città decisero di far bere all’animale un misto di acqua e vino rosso, sperando di aumentare le possibilità di successo e rendere il toro ancora più potente. La bevanda fece subito vedere i suoi effetti perché una volta portato nel bosco il toro cominciò subito la sua battaglia all’ultimo sangue contro il drago. Riuscì infatti a ferire con le corna la creatura e alla fine ebbe la meglio riuscendo ad ucciderlo. Durante il duro combattimento però, il toro dal pelo rosso rimase gravemente ferito e morì poco dopo.

La popolazione del villaggio, impressionata dal sacrificio del toro e grata all’animale, decise di dargli un posto nell’olimpo delle proprie divinità. Per questo il toro è legato al nome della città di Torino, tanto da esserne divenuto il simbolo e parte dello stemma ufficiale.

In un periodo storico come il nostro, in cui è facile essere disillusi, affidarsi a una leggenda che narra di un atto di coraggio, forza e tenacia forse non è il peggiore dei mali.

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