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Sale operatorie green: così l’ospedale di Moncalieri taglia CO2 e rifiuti

L’ospedale Santa Croce riduce del 30% i rifiuti infetti e dell’89% gli imballaggi sterili

Alessia Serlenga

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TORINO – Quando si pensa all’inquinamento globale, difficilmente vengono in mente le sale operatorie. Eppure, il settore sanitario è tra i maggiori responsabili delle emissioni globali di CO2: se fosse una nazione, sarebbe al quinto posto. All’interno di questo comparto, le sale operatorie sono tra le principali fonti di impatto ambientale.

A rispondere a questa criticità è stato, nel 2024, il blocco operatorio dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri, con l’avvio del progetto “Sale Operatorie Sostenibili”. L’obiettivo: ridurre concretamente l’impatto ambientale dell’attività chirurgica attraverso una serie di interventi mirati.

Tra le iniziative già attuate, spicca l’introduzione della raccolta differenziata anche per i rifiuti assimilabili agli urbani e una riorganizzazione dei processi che ha permesso una riduzione del 30% dei rifiuti infetti. Un cambiamento che non solo ha abbattuto le emissioni, ma ha anche generato risparmi economici per l’azienda sanitaria.

Il secondo progetto, sempre avviato nel 2024, ha puntato sull’economia circolare: al posto del materiale sterile imbustato singolarmente, ora si usano custom pack, confezioni personalizzate e sterili che contengono tutto il necessario per l’intervento. Il risultato? Una riduzione dell’89% del packaging e un notevole risparmio in plastica, tempo e carico di lavoro per il personale.

Il progetto ha già ottenuto riconoscimenti importanti, tra cui il premio al Congresso nazionale AICO 2025, e ha dato vita a due eventi di formazione rivolti al personale dei blocchi operatori di Moncalieri, Carmagnola e Chieri. L’obiettivo finale è ambizioso ma chiaro: estendere queste pratiche virtuose a tutta l’ASL TO5 e costituire un Green Team aziendale per guidare la transizione ecologica nel mondo della sanità.

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