Seguici su

CittadiniSalute

La storia tragicomica di un cittadino che vuole fare gli esami del sangue in Piemonte

A volte per fare un esame del sangue devi andare a Domodossola con il tuo vasetto delle urine, oppure stare in fila come a un concerto di Taylor Swift

Luca Vercellin

Pubblicato

il

sanità pubblica Piemonte

TORINO – Questa è la storia dell’esperienza mistica – per non usare altri termini  – di un cittadino come tutti che ha avuto la malsana idea di fare degli esami del sangue. 

Andiamo con ordine. 

Mi è sempre stato insegnato che il miglior metodo per prendersi cura della propria salute, oltre a mangiar sano dormire bene e fare movimento, sia farsi un controllino una volta ogni tanto.

Visto che erano passati tre anni dall’ultimo controllo, ho pensato fosse buon costume prenotarsi un giretto in ambulatorio per fare il tagliando. 

Non l’avessi mai fatto. 

Primo passo, convincere un medico che tu abbia bisogno di esami del sangue. 

Sebbene si parli dell’importanza della prevenzione e di quanto sia più efficiente per i sistemi sanitari fare esami di routine piuttosto che pagare le cure di eventuali patologie, a meno che tu non stia morendo non ti prescrivono un bel niente. 

Così, armato di santa pazienza, scrivo al mio medico raccontando la situazione e un’ora dopo mi arriva per mail una ricetta. Fantastico! Peccato che le note positive finiscano qui. 

Nonostante siano passati tre anni dal mio ultimo esame del sangue, il mio medico ha dovuto produrre una ricetta in cui il quesito diagnostico era “Astenia”. 

Ma io non mi sento stanco (lo sarò alla fine di questa avventura di cui vi racconto), voglio solo controllare una volta ogni tre anni di avere tutto a posto: è così fuori dal mondo come concetto?

Secondo passo, prenotare un appuntamento per il prelievo. Ovviamente dal pubblico, ché di cognome non faccio Musk. 

Provo inizialmente dal sito del CUP della regione Piemonte. Inserisco il mio codice fiscale, che da bravo cittadino so a memoria, metto il numero di ricetta e… niente. 

Nulla.

Vuoto cosmico. 

“Nessun appuntamento disponibile”. Provo a estendere la zona, già immaginandomi su un treno per Domodossola con il mio contenitore delle urine. Nulla, di nuovo. Provo anche a estendere i limiti di tempo, preparandomi psicologicamente a passare il mio ferragosto 2029 in un poliambulatorio. Ancora niente. 

La mia collega inizia a notare un certo velo di ira funesta nella mia altrimenti amichevole faccia. Mentre le racconto la situazione, sventolando una carta di credito che dovrò evidentemente usare per controllare se il suo organismo è ancora funzionante o meno, la collega si illumina e mi consiglia di telefonare al CUP direttamente, ché sicuramente sapranno aiutarmi. 

Così, mi chiudo nel bagno dell’ufficio, pronto a dare un tocco di brio al mio venerdì mattina. In attesa che qualcuno da un call center mi risponda, non riesco a non pensare a quella bella canzone di Alex Britti: “Il tempo va, passano le ore…”

Solo che, a differenza di Britti, dopo tutte quelle ore non ho fatto l’amore. E non ho nemmeno prenotato un appuntamento: non ha risposto nessuno. 

Così, tornato alla mia scrivania con l’aria funerea, la collega tira fuori dal cilindro un altro magico trucco: vai a prenotare in farmacia, sciocco!

Con il – non troppo – benestare del mio capo, scappo trullo nella farmacia di fronte all’ufficio carico di speranza. La farmacista, tutta sorridente, alla mia richiesta risponde: “mica devi prenotare, vai al Valdese e aspetta che te li facciano”. 

Certo: come ho fatto a non pensarci prima. La soluzione alle lunghe code della sanità Piemontese è: cercare di saltare la coda! 

Secondo la farmacista avrei dovuto prendere mezza mattinata di permesso per andare al Valdese, mettermi in coda e aspettare in fila come una ragazzina qualunque al concerto di Taylor Swift. Aspettare senza alcuna garanzia, tra l’altro, che mi venga fatto effettivamente un prelievo, e magari dovendo ripetere l’operazione in più giorni, prima che qualcuno si degni di mettermi un ago nel braccio. 

La farmacista deve aver notato che stava per partirmi un’arteria e, non volendo sovraccaricare la Sanità Pubblica ulteriormente, ha provato ad aprire il portale dal suo computer. Magia. Posti OVUNQUE. Via Le Chiuse? Lunedì. Oftalmico? Anche tra quindici minuti. Molinette? Martedì. Martini? Tutta la mattina libera. 

In pratica, a forza di dirottare tutti sulla sanità privata, scoraggiando con i vari trucchetti appena raccontati le prenotazioni nel pubblico, ti negano un diritto senza negartelo veramente. Della serie :non siamo noi che tagliamo tutto, i posti ci sono! Siete voi che andate direttamente dal privato! Quindi, già che ci siamo, facciamo che tagliare un pochettino… tanto ‘sta sanità non la usa nessuno.

La farmacista, scherzi a parte, è stata veramente gentile e mi ha risolto un problema. Ma perché ho dovuto stressare una disgraziata – già sovraccarica del lavoro che i vari assessorati alla sanità affidano alle farmacie senza alcun compenso – per usufruire di un diritto costituzionalmente garantito? 

Un’esperienza che sicuramente poteva andare peggio, ma che è lontanissima dagli standard di cura che l’ottava economia mondiale dovrebbe garantire ai suoi cittadini. 

Oltretutto, rimango con molti interrogativi: Perché ho dovuto perdere una mattinata lavorativa intera per prenotare un controllo di routine? Perché se i posti ci sono non vengono mostrati sul portale del CUP? E, soprattutto, perché sul sito della sanità pubblica piemontese, di fianco alla lista dei posti (non) disponibili negli ospedali, ti mettono in bella vista quelli del privato, come su un Amazon qualunque?

Iscriviti al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

1 Commento

1 Commento

  1. Giovanni Perlo

    16 Maggio 2025 at 9:46

    io abito in provincia di Cuneo. da noi è sufficiente presentarsi, anche di sabato mattina, all’ USL di via Carlo Boggio a Cuneo senza troppi problemi ed intoppi… c’è anche la possibilità di prenotare on line giorno e ora …. Cuneo isola felice allora😅

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *