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Il maggio di protesta dei sindacati di Alessandria contro le multinazionali del food: sabato sciopero alla Lidl di Novi

Sabato 24 i dipendenti del punto vendita Lidl di via Pietro Isola incrociano le braccia: turni eccessivi, inadeguati premi per il lavoro. A inizio maggio c’era stata la mobilitazione contro McDonald’s

Sandro Marotta

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ALESSANDRIA – Questo sabato (24 maggio) a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, ci sarà uno sciopero dei dipendenti della catena di supermercati Lidl. A incorciare le braccia saranno diversi dipendenti di Lidl in tutta Italia, dato che la chiamata è nazionale; il punto vendita alessandrino si trova in via Pietro Isola e a portare avanti la protesta è il sindacato Uiltucs; ritengono “complessivamente insoddisfacenti le proposte dell’impresa relative al rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale e in particolare riguardo al premio di risultato”, come si legge in un comunicato del sindacato. Ad oggi infatti i dipendenti ottengono, come premio per il raggiungimento di un certo obiettivo aziendale, un buono di 200 euro da spendere nel supermercato, il che significa far rientrare una parte della spesa del premio.

I carichi di lavoro eccessivi e il ventaglio di contratti part-time sono un altro tema sul tavolo: “le problematiche maggiori riguardano la programmazione e la certezza degli orari di lavoro, in un’azienda in cui circa il 75% del personale complessivo ha contratti part-time. Mancano schemi e turni orari predefiniti, programmati e certi. In estrema sintesi carichi di lavoro eccessivi ed estrema flessibilità sono il modello organizzativo che LIDL impone ai suoi dipendenti. Da parte di Lidl, al di là di dichiarazioni generiche, non è arrivata alcuna concreta risposta”. Lidl fa parte del gruppo tedesco Schwarz, che si occupa di distribuzione organizzata e fattura circa 133 miliardi di euro all’anno, mentre solo in Italia Lidl ha un fatturato di 7 miliardi.

Anche contro Mc Donald’s i sindacati FILCAMS CGIL e UILTuCS avevano organizzato una giornata di sciopero e protesta. É accaduto a inizio maggio, anche in questo caso su chiamata nazionale, per richiedere “il miglioramento effettivo delle condizioni di lavoro oltre che ad un aumento economico concreto”.

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