LavoroTorino
Migliaia di metalmeccanici in piazza a Torino: “Vogliamo il contratto”
Alta adesione allo sciopero regionale indetto da Fim, Fiom e Uilm: migliaia di lavoratori sfilano per il rinnovo del contratto nazionale

TORINO – “Vogliamo il contratto”: è lo slogan che campeggia sullo striscione di apertura del corteo che questa mattina ha attraversato il centro di Torino, dove alcune migliaia di metalmeccanici provenienti da tutta la regione si sono ritrovati per chiedere a gran voce la riapertura del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale.
La manifestazione, indetta dai sindacati Fim, Fiom e Uilm nell’ambito di una mobilitazione nazionale di otto ore, è partita da piazza XVIII Dicembre alle 9.30, per concludersi in piazza Castello. Qui hanno preso la parola i delegati sindacali delle diverse province piemontesi e il segretario nazionale della Fiom, Samuele Lodi. Secondo le prime stime fornite dai sindacati, l’adesione allo sciopero nelle fabbriche del Piemonte è risultata molto alta.
Lo sciopero generale
La mobilitazione dei metalmeccanici si inserisce in una più ampia giornata di sciopero generale di 24 ore indetto dai sindacati di base, che contestano la direzione attuale della spesa pubblica, giudicata eccessivamente orientata verso il riarmo a scapito degli investimenti nei servizi essenziali.
Durante il suo intervento in piazza Castello, Samuele Lodi ha usato parole dure contro le controparti datoriali: “Scioperiamo perché vogliamo salari dignitosi che vadano oltre l’inflazione. Scioperiamo contro Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica, che hanno un atteggiamento gretto e irresponsabile. Il contratto ce lo andiamo a prendere”.
Lodi ha criticato le posizioni degli industriali, accusandoli di chiusura e di una visione arretrata: “È una situazione oggettivamente complicata, ma bisogna guardare avanti. Speriamo che con la nomina del nuovo presidente di Federmeccanica, prevista per il 10 luglio, si possa aprire una stagione diversa”. E ha avvertito: “Se non apriranno il tavolo, continueremo a scioperare e gli scioperi saranno sempre più pesanti”.
Il segretario Fiom ha anche evidenziato l’impatto economico delle mobilitazioni per i lavoratori, già colpiti in Piemonte dalla cassa integrazione: “Quaranta ore di sciopero sono tante, è una perdita significativa. Ma l’adesione è sempre cresciuta. I lavoratori hanno capito che non è solo in gioco un contratto, ma l’intero sistema della contrattazione”.
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