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Parole in collina ci porta tra la Gente del Monferrato
L’intervista con Silvia Maria Ramasso e Patrizia Monzeglio

MONFERRATO – Continua il viaggio nel Monferrato raccontato dal concorso Parole in collina. Con questo terzo volume, sempre edito da Neos, andiamo alla scoperta della Gente del Monferrato. Non i luoghi, quindi, ma le persone. Sebbene è evidente che si tratta di persone strettamente legate al territorio. Del resto il senso dell’operazione è proprio quello.
Così andiamo da nomi noti a tutti, come Fausto Coppi, protagonista del racconto vincitore di Domenico Priano, a personaggi decisamente meno conosciuti, ma che hanno storie importanti e hanno lasciato una traccia importante sul territorio.
Incontriamo così Domenico Rossi, inventore dei biscotti Krumiri e i fratelli Baluardo, eroi del tamburello. Ma anche Aleramo, dalla cui leggenda pare nasca il nome stesso del Monferrato, o Carlo Vidua, conte di Cozzano.
E’ un viaggio che ci porta tra partigiani e insegnanti, contadini e lavorotari. Un viaggio che ha però come teatro sempre e soltanto le dolci colline del Monferrato.
A corredo dei racconti (ce ne sono anche tre fuori concorso), troviamo anche una serie di immagini fotografiche realizzate da Domenico Rota, Alberto Maffiotti e Bruno Raviola, che mostrano al lettori i volti di questo territorio. Un viaggio nel viaggio.
Abbiamo parlato con Silvia Maria Ramasso, editrice di Neos, e Patrizia Monzeglio, presidente del comitato organizzatore del Premio, per approfondire i temi del volume.
L’intervista con Silvia Maria Ramasso e Patriza Monzeglio
Il viaggio di “Parole in collina” continua e questa volta è incentrato sulla Gente del Monferrato. Cosa porta di nuovo questa terza edizione?
Silvia Maria Ramasso: Di anno in anno Parole in collina cresce, e con questa terza edizione si è ormai consolidato come un vero e proprio progetto culturale. Non si tratta più solo di un premio letterario, ma di un percorso che dura tutto l’anno e coinvolge l’intero territorio, grazie a importanti collaborazioni sia istituzionali che associative.
Dal lancio ufficiale alla Biblioteca Astense alla cerimonia di premiazione nel Salone del Senato di Casale Monferrato, fino alla chiusura a Palazzo Cuttica di Alessandria, il premio si sviluppa come un vero e proprio tour che, per l’edizione 2024/2025, ha coinvolto ben dieci comuni del Monferrato.
Le novità di quest’anno sono molte, ma due in particolare spiccano: il Premio Speciale Città di Casale, del valore di 1000 euro, offerto proprio dal Comune, che ha dato ulteriore prestigio e visibilità al concorso; e la Borsa di Studio Short & Surprise – Franco Francescato, dedicata ai ragazzi delle scuole medie di Canelli. Quest’ultima iniziativa ci ha dato la possibilità di entrare in dialogo con i più giovani, aprendo il premio anche alle nuovissime generazioni di scrittori.
Cosa accomuna la gente del Monferrato?
Patrizia Monzeglio: Chi è cresciuto o ha scelto di vivere in uno dei tanti borghi e cittadine che caratterizzano il Monferrato, senz’altro condivide l’amore per un paesaggio collinare dolce e vario che, a guardarlo in certe ore del giorno, dà un grande senso di pace e di serenità. Allo stesso tempo chi ama il Monferrato dà valore al senso di appartenenza a una comunità che ha mantenuto certe tradizioni, come ad esempio la passione per il gioco del tamburello, ed è riuscita a tramandare la memoria di fatti e personaggi che a livello locale hanno fatto la storia.
Nei racconti incontriamo nomi noti e meno noti, tutti però hanno segnato queste terre. Ci segnali qualche personaggio particolare?
Patrizia Monzeglio: Fra i personaggi più noti troviamo lo scrittore Davide Lajolo, che combatté la speculazione edilizia di Vinchio negli anni ‘70 e gli industriali Francesco Cirio, fondatore dell’omonima fabbrica, e Domenico Rossi, inventore dei Krumiri. Fra i meno noti sono molto interessanti le storie di Emilia Cardona, oggi ricordata più come moglie del pittore Giovanni Boldini che per i suoi meriti di giornalista e scrittrice, quella di Giuseppina Gusmano, che con il marito salvò dal rastrellamento sedici bambini ebrei a Casale, del fondatore del Casale Calcio Raffaele Jaffé o del partigiano Antonio Olearo, a capo della Banda Tom.
Nella raccolta c’è anche un bel corredo fotografico di ritratti. Cosa raccontano queste foto?
Patrizia Monzeglio: Le fotografie selezionate dal Club per l’UNESCO di Vignale rappresentano un viaggio attraverso il tempo. Dall’archivio fotografico di Bruno Raviola emergono immagini del secolo scorso con persone immortalate nel loro quotidiano, figure che danno il senso della tradizione all’interno della comunità monferrina. Ad esse si affiancano gli scatti di Domenico Rota e Alberto Maffiotti che mostrano volti di uomini e donne di oggi, rappresentativi di storie di resilienza, integrazione e condivisione di esperienze. Mestieri e modi di vivere che celebrano, ieri e ora, il legame con la terra e la comunità.
Il “Paese raccontato” questa volta è Castellania Coppi. Un paese che porta il nome di un Campionissimo…
Patrizia Monzeglio: Il bel racconto di Domenico Priano, che ha meritato il primo posto sul podio di questa terza edizione del Premio di Narrativa “Parole in collina” della Neos Edizioni, è dedicato a Fausto Coppi, il campionissimo che oggi, non solo nel nome ma anche con il culto della sua memoria, ha reso Castellania luogo di “pellegrinaggio laico” per tutti gli amanti del ciclismo, e non solo. Castellania è un piccolissimo comune dell’Alessandrino in cui nacque Coppi nel 1919. La sua casa natale è diventata un Museo e le strade del paese si sono trasformate in un percorso museale con gigantografie legate alla storia del campione. Ogni ultimo fine settimana di giugno sulle colline fra Volpedo, Novi e Tortona si corre “LaMITICA Ciclostorica per i colli di Serse e Fausto Coppi, una gara non competitiva con bici e abbigliamento d’epoca.
E poi c’è un racconto di un’autrice molto giovane. Ci racconti come è nata la borsa di studio dedicata a Franco Francescato?
Silvia Maria Ramasso: Franco Francescato, che amava definirsi “scrittore contadino” dopo essersi trasferito a Canelli da Milano — dove lavorava nel campo della pubblicità e del marketing — è stato una figura importante per il catalogo di Neos Edizioni. Scriveva racconti brevissimi, compiuti in appena due pagine, sempre con un finale a sorpresa: la casa editrice ne ha pubblicato ben cinque raccolte, ognuna composta da cento racconti, davvero indimenticabili.
La sua scomparsa, nel 2024, ci ha colpito profondamente. Per questo, gli abbiamo dedicato la seconda edizione di Parole in collina. Quest’anno, sua moglie, Nucci Ferrari, ci ha proposto di istituire insieme una borsa di studio rivolta ai giovani, in sua memoria. L’idea ci è subito sembrata perfetta, e ci è venuto naturale collegarla al territorio che Franco tanto amava. Abbiamo quindi deciso di intitolarla come la terza edizione del premio, Gente del Monferrato, e di inserire il racconto vincitore direttamente nell’antologia dei finalisti.
Siamo davvero felici di questa iniziativa: da un lato ci permette di avvicinare al premio nuove (anzi, nuovissime!) generazioni di scrittori, dall’altro ci consente di mantenere vivo il ricordo dell’amico Franco, attraverso la scrittura e il legame con il territorio.
Il 19 ottobre, a Canelli, ci sarà una tappa speciale del percorso Parole in collina: premieremo i vincitori della Borsa di Studio Short & Surprise – Franco Francescato e celebreremo, con i racconti dell’antologia, il valore della scrittura radicata nel territorio.
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