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Torino ospiterà nel 2026 l’incontro nazionale della rete RE.A.DY: la città si conferma punto di riferimento per i diritti LGBTQIA+

Le altre candidate – Padova, Genova e Catanzaro – hanno ritirato la propria candidatura in segno di sostegno a Torino, riconoscendone il ruolo guida a livello nazionale nelle politiche contro le discriminazioni

Gabriele Farina

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TORINO – In attesa dell’Europride 2027, Torino si prepara a un altro appuntamento di rilievo nazionale. Il capoluogo piemontese ospiterà infatti nel 2026 l’incontro annuale della rete RE.A.DY – la Rete Nazionale delle Regioni e degli Enti locali per prevenire e superare l’omotransfobia, confermandosi città simbolo delle politiche per l’inclusione e i diritti delle persone LGBTQIA+.

La decisione è stata presa all’unanimità durante la due giorni che si sta svolgendo a Piacenza, con la partecipazione delle città aderenti alla rete. Le altre candidate – Padova, Genova e Catanzaro – hanno ritirato la propria candidatura in segno di sostegno a Torino, riconoscendone il ruolo guida a livello nazionale nelle politiche contro le discriminazioni.

A Torino nacque nacque la rete RE.A.DY.

Per la città piemontese si tratta anche di un ritorno alle origini: proprio a Torino, nel 2006, durante il convegno “Friendly Cities”, nacque la rete RE.A.DY., oggi composta da oltre 300 enti locali tra comuni, province e regioni. La segreteria nazionale è tuttora gestita dal Servizio LGBT della Città di Torino, istituito nel 2001 come primo servizio pubblico in Italia dedicato ai diritti delle persone LGBTQIA+ all’interno di un’amministrazione comunale.

“Siamo orgogliosi e orgogliose che Torino sia stata scelta e riconosciuta da tutte e tutti per il suo impegno e il suo ruolo storico nella promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+ – ha dichiarato Jacopo Rosatelli, assessore ai Diritti della Città di Torino –. La nostra città è da sempre un punto di riferimento per le buone pratiche istituzionali contro le discriminazioni e per l’inclusione. Questa designazione è un riconoscimento al lavoro svolto e uno stimolo a fare ancora di più, insieme alla rete RE.A.DY e a tutte le realtà che operano sul territorio per una società più giusta e accogliente”.

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