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La corsa clandestina che avrebbe ucciso Matilde Baldi: le indagini

L’ipotesi della Procura mette in luce una possibile gara clandestina tra due supercar che viaggiavano ad una velocità di 212 km/h.

Chiara Scerba

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ASTI – A quattro giorni dalla morte di Matilde Baldi emergono nuovi e pesanti elementi nell’inchiesta della Procura di Asti.

La ventenne di Montegrosso d’Asti ha perso la vita dopo il grave scontro sull’autostrada Asti-Cuneo. Le indagini della Polizia Stradale stanno ricostruendo una dinamica che potrebbe configurare una vera e propria gara di velocità tra due supercar, culminata in uno schianto fatale.

La dinamica: un tamponamento ad altissima velocità

Secondo gli accertamenti tecnici effettuati finora, la Porsche 911 GT3 RS che ha colpito la Fiat 500 su cui viaggiavano Matilde e sua madre procedeva a una velocità stimata di oltre 210 chilometri orari. Un impatto violentissimo, avvenuto la sera dell’11 dicembre sull’A33, che ha fatto perdere il controllo all’autista facendo ruotare l’utilitaria più volte sull’asfalto.

La giovane, seduta sul lato passeggero e con la cintura di sicurezza allacciata, ha riportato gravissime ferite alla testa. Dopo il coma all’ospedale di Alessandria, il suo cuore ha smesso di battere.

L’ipotesi della gara tra due Porsche

Al centro dell’inchiesta ci sono due automobilisti, entrambi appassionati di auto sportive. La Procura ipotizza che i due stessero viaggiando insieme già prima di imboccare l’autostrada Asti-Cuneo, effettuando accelerazioni e manovre pericolose anche nel centro abitato di Asti.

Le immagini delle telecamere stradali mostrerebbero le due Porsche immettersi contemporaneamente allo svincolo dell’A33 in direzione Alba-Cuneo. Un elemento che rafforza l’ipotesi di una condotta coordinata, ora al vaglio degli inquirenti.

Le accuse: omicidio stradale e omissione di soccorso

Il conducente della Porsche che ha tamponato la Fiat 500 è indagato per omicidio stradale. Secondo la Procura, l’eccessiva velocità non gli avrebbe consentito di mantenere il controllo del veicolo né la distanza di sicurezza.

Il secondo automobilista, che guidava un’altra Porsche e non sarebbe stato coinvolto direttamente nello schianto, è invece indagato per omissione di soccorso. Alcuni testimoni riferiscono che si sarebbe fermato poco dopo l’impatto per poi allontanarsi senza prestare aiuto.

Uno degli indagati ha respinto l’ipotesi della gara, sostenendo di non conoscere l’altro conducente e di non aver partecipato a nessuna corsa. I legali hanno annunciato la richiesta di ulteriori approfondimenti, in particolare sull’analisi delle immagini di videosorveglianza presenti lungo il percorso urbano e autostradale.

Nei prossimi giorni la Procura di Asti affiderà a un consulente tecnico l’incarico di ricostruire con precisione la dinamica del sinistro. Anche la famiglia di Matilde nominerà un proprio perito.

Mentre proseguono le indagini, resta il dolore per una giovane vita spezzata e l’attesa di verità e giustizia da parte della famiglia.

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