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Approvato in Consiglio regionale il nuovo piano socio-sanitario: prevede anche numerosi interventi di edilizia sanitaria

«È un’approvazione storica, perché un Piano di programmazione mancava da trent’anni e oggi finalmente c’è» commenta Cirio

Marco Lovisolo

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PIEMONTE – Il nuovo piano socio-sanitario piemontese 2025-2030 è legge. Il documento è stato approvato nell’aula del Consiglio regionale dopo un lungo dibattito ieri, 22 dicembre: 30 i voti a favore e 16 i contrari.

Grande soddisfazione per il governatore Alberto Cirio: «È un’approvazione storica, perché un Piano di programmazione mancava da trent’anni e oggi finalmente c’è: un Piano completo, aggiornato e complessivo che ci aiuta a restituire il diritto alla salute alle persone. Con questo atto restituiamo anche ciò che la Costituzione assegna alle nostre Regioni, che è essere enti di programmazione». Cirio ha lodato anche la «grande maturità complessiva» dimostrata dal Consiglio. Gli fa eco l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, che ha parlato di «giornata storica per la sanità regionale, visto che è dal 1995 che il Piano non veniva integralmente riscritto. Dopo un anno di lavoro intenso, 600 audizioni da parte mia e del collega Marrone, nonché della commissione Sanità e un vivace confronto tra maggioranza e opposizione abbiamo un testo nuovo che mette al centro le persone e punta a riportare nell’alveo della sanità pubblica tutti i piemontesi, velocizzando i tempi d’attesa. Ora lavoriamo per attuarlo». L’assessore ha sottolineato come il piano abbia ricevuto «condivisione ampia» da parte delle opposizioni.

Le novità 

Il nuovo piano prevede:

  • un nuovo modello di gestione partecipata della sanità regionale, che parte dall’istituzione di tavoli di lavoro per specifiche patologie;
  • l’avvio del corpo logistico sanitario piemontese, tramite l’istituzione di una rete di volontariato sanitario dedicata al trasporto e all’accompagnamento protetto di anziani e soggetti fragili nelle strutture ospedaliere;
  • l’introduzione del responsabile operativo degli ambienti sanitari ospedalieri territoriali, che sarà delegato all’umanizzazione e all’accoglienza all’interno del singolo presidio;
  • la figura del direttore socio-sanitario, che dovrà occuparsi rapporti con gli enti locali territoriali e integrazione sociale e sanitaria;
  • le aggregazioni funzionali territoriali come nuovo modello per la medicina generale, garantendo una copertura capillare e continuativa;
  • il potenziamento dei servizi e l’istituzione di uno specifico settore regionale sulla salute mentale;
  • il tavolo di coordinamento per la candidatura di nuovi Irccs pubblici in varie specialità;
  • l’avvio di tutti gli screening neonatali estesi disponibili in commercio e dei progetti di odontoiatria solidale per le fasce più deboli della popolazione.
  • in tema di sanità digitale, il nuovo Cup integrato con l’intelligenza artificiale prenderà direttamente in carico i pazienti cronici e permetterà una gestione efficiente delle prenotazioni di visite ed esami, mentre l’app Piemonte in Salute consentirà di accedere in modo veloce a tutti i servizi sanitari.

Il documento riguarda anche la realizzazione del Piano di edilizia sanitaria, che prevede 11 ospedali di nuova costruzione: Parco della Salute, della Ricerca e Innovazione di Torino, Città della Salute e della Scienza di Novara, ospedali di Cambiano, Torino Nord, Savigliano, Cuneo, Alessandria, Ivrea, Vercelli, VCO, Regina Margherita di Torino. Previsti anche 4 grandi ristrutturazioni (Alba, Bra, Borgomanero e Vercelli), 91 case di comunità, 30 ospedali di comunità, 49 centrali operative territoriali. Investimento totale di circa 5 miliardi.

Integrazione tra sociale e sanitario

«Tra le maggiori conquiste del piano c’è l’integrazione tra sociale e sanitario, spesso rimasta solo sulla carta in un sistema che per troppi anni ha tradito l’applicazione concreta dell’universalità delle prestazioni, soprattutto nella presa in carico delle cronicità e delle persone più fragili» – così l’assessore alle Politiche sociali e all’integrazione sociosanitaria Maurizio Marrone – «Centralità della persona nei piani di assistenza, priorità alla prevenzione e alla domiciliarità, sostegno alle famiglie nell’accesso ai servizi rappresenteranno una svolta in Piemonte. Inoltre, con la nuova figura del direttore sociosanitario e la riforma delle residenze sociosanitarie metteremo finalmente i bisogni delle persone fragili al centro dell’azione regionale» ha aggiunto.

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