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Politica

Askatasuna: il progetto di Lo Russo per legalizzare il centro sociale torinese e le proteste di Fdi

Al via le trattative per rendere Askatasuna un polo antifascista legalmente riconosciuto, ma le minoranze in consiglio comunale e Fratelli d’Italia si oppongono.

Caterina Malanetto

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TORINO – Da mesi sono in corso le trattative per legalizzare l’occupazione trentennale di Askatasuna, noto centro sociale in Borgo Vanchiglia. Il sindaco Lo Russo spiegherà questa mattina i dettagli della delibera firmata dal vice Favaro. Lo scopo è quello di rendere Askatasuna un presidio antifascista e un “bene comune“. L’idea è quella di creare un “patto di cittadinanza, tra Aska e Comune e altri cittadini per trasformarlo in un bene fruibile da tutti. Ci sono delle esperienze da salvare. Ed esperienze comuni da tutelare. Ci sono un sacco di cose che hanno un peso per la città, e una grande importanza sociale ” spiega lo psichiatra Ugo Zamburru, promotore dell’iniziativa.

Minoranze in consiglio comunale e Fratelli d’Italia contro l’iniziativa

Le forze di minoranza in consiglio comunale stanno già preparando una delibera di iniziativa popolare per annullare gli effetti della “legalizzazione” del centro sociale di corso Regina Margherita. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Sala Rossa Giovanni Crosetto definisce Lo Russo “ostaggio” del centro sociale. Anche la vicegruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli commenta: “Se fosse vera la notizia della concessione di Askatasuna agli stessi occupanti che ne avrebbero fatto un presidio per studiare negli anni atti di inaudita violenza politica, saremmo di fronte alla più grave marcia indietro di una istituzione sul fronte della libertà, della democrazia e del pluralismo […] In attesa che emergano spiegazioni puntuali sui criteri di assegnazione dello stabile, presenteremo oggi un’interrogazione urgente al Ministero dell’Interno, che considerati gli evidenti problemi di ordine pubblico e sicurezza costantemente creati dal centro sociale non può essere ignorato”. L’intenzione è quella di lanciare una petizione per un Referendum abrogativo cittadino.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    gian raffaele FERRARI

    31 Gennaio 2024 at 6:34

    Nei tempi bui dicevano “non mollare” ora dobbiamo dirlo noi con giusta e democratica certezza.

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