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Cultura

Musei a gonfie vele per Italia 150 e già si pensa a Torino Capitale Europea della Cultura

Davide Mazzocco

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A due mesi e mezzo dall’apertura delle mostre di Italia 150 è già tempo di bilanci. Ciò che era palpabile a livello epidermico viene confermato dai numeri: anche le statistiche decretano il successo delle mostre allestite nell’ambito di Esperienza Italia. Il dato più sbalorditivo è quello dell’affluenza alle tre mostre delle Officine Grandi Riparazioni: 205.472 visitatori dal 17 marzo a fine maggio, vale a dire in due mesi e mezzo. Se pensiamo che il frequentatissimo Museo Nazionale del Cinema della Mole Antonelliana lo scorso anno ha staccato circa mezzo milione di biglietti si può ben comprendere l’entità del successo delle mostre di corso Castelfidardo. Qualche giorno fa, infatti, il neo-sindaco Piero Fassino ha ipotizzato una rielaborazione e una ricollocazione della mostra Fare gli italiani con l’intento di renderla permanente. Questa esposizione è, senza dubbio, la punta di diamante di tutto il percorso espositivo di Esperienza Italia e, volgendo la propria attenzione al passato, sembra l’unica in grado di non sbiadire col passare del tempo come accadrà, inevitabilmente, per Stazione Futuro e Il futuro nelle mani.

Ancora più eclatante – considerando la perifericità rispetto al centro cittadino e la natura strettamente artistica degli elementi esposti – è il dato che riguarda la mostra La Bella Italia ospitata nelle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria: oltre 120mila visitatori hanno apprezzato le opere d’arte che ricostruiscono il paesaggio italiano dall’antica Roma al Risorgimento. La mostra terminerà l’11 settembre per lasciare spazio, a partire dal 18 novembre, alla mostra Leonardo. Il genio, il mito.

Anche il rinnovato Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, riaperto in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, è andato oltre ogni più rosea aspettativa. Nei quattro giorni del ponte lungo cominciato il 2 giugno 6.271 visitatori hanno fatto salire a 101.492 il numero delle persone che dallo scorso 18 marzo hanno già visto il museo nel suo nuovo allestimento. Stessi numeri (100mila visitatori) anche per il Museo dell’Automobile dopo la riapertura dello scorso marzo. Una Torino, insomma, sempre più a “trazione culturale” capace di investire in prima persona in un settore penalizzato dai tanti tagli del Governo.

Ma anche il settore culturale, così come l’industria e i trasporti, per ottenere questo tipo di risultati ha bisogno di porsi nuovi traguardi e nuove scadenze. Negli ultimi mesi dell’amministrazione Chiamparino se ne era già parlato e la scorsa settimana Piero Fassino e il nuovo assessore alla Cultura Maurizio Braccialarghe hanno confermato la corsa di Torino per divenire Capitale Europea della Cultura nel 2019. Dopo le Olimpiadi del 2006 e Italia 150 potrebbe essere quello il prossimo appuntamento per dimostrare, una volta ancora, come l’etichetta di città industriale appartenga ormai ai libri di storia.

 

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