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Cultura

Che c’è di Russo in musica?

Redazione Quotidiano Piemontese

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In gran parte è merito del Salone del Libro, che quest’anno ha voluto la Russia come paese ospite, ma non è da escludere che ci sia anche qualche coincidenza (felice e imprevista), perché a volte le proposte si attraggono fra loro con un meccanismo misterioso. Un dato è certo: Torino sta per trasformarsi in un’isba. Ci manca solo che qualcuno metta su il samovar e ci inviti a prendere il tè, trasportandoci in una fiaba di Puskin o in un grande romanzo dell’Ottocento. Prepariamoci a un’immersione nella storia, nella cultura e nella letteratura russa. Anche a suon di musica.

Mercoledì 11 (ore 21), proprio mentre il Salone apre le danze tra caviale e balalaike, con una festa per ospiti superselezionati, nell’auditorium Giovanni Agnelli (Lingotto) l’Unione Musicale propone un concerto inequivocabilmente russo. Basta dire che sul palco sale la Russian National Orchestra, senza dubbio una delle più prestigiose e acclamate formazioni dell’area post-sovietica. Basta dire che il direttore (e fondatore) dell’orchestra è Mikhail Pletnèv, una leggenda della musica classica, in Russia e nel mondo. Basta dire che il programma comprende la celebre sinfonia Patetica di Chaikovskij.

Spostiamoci nel tempo, cambiamo completamente spazio e ambiente sonoro. Giovedì 12 maggio (ore 20), nell’ambito delle proposte del Salone fuori dal Lingotto, la Galleria San Federico (gioiellino tutto torinese) diventa teatro per i Bis-Quit. Questo giovane quintetto attinge a piene mani dal folklore musicale russo (una tradizione imponente, in cui trovano posto i cori liturgici, le canzoni popolari dei viandanti e dei lavoratori), ma rielabora il tutto con contaminazioni dal jazz, dal country, dal tango e da altri generi. In musica non esistono tradizioni troppo lontane per incontrarsi: tutto sta a trovare il giusto modo di metterle insieme. Così l’ensemble, costituito da ex studenti del collegio musicale Rimski-Korsakov di San Pietroburgo, riesce a far coesistere la fisarmonica e la domra (tradizionale mandolino russo) con le sonorità del sax.

Per scovare un altro scampolo di Russia musicale bisogna aspettare qualche giorno e cambiare di nuovo luogo. Giovedì 19 e venerdì 20 maggio, all’auditorium di Piazza Rossaro, l’orchestra Rai si esibisce in una performance intitolata Jazz concert, che spazia da George Gershwim a Duke Ellington. Che c’entra la Russia? Apparentemente niente, non fosse che incastonata nel programma, proprio a fine serata, c’è la Suite n. 2 di Dimitrij Shostakovich. Si sa che i compositori si divertono a prendere in giro il pubblico: Shostakovich immagina una Suite per orchestra jazz, ma poi ci infila dentro un walzer che ha l’inconfondibile sapore della sua terra natia, la Russia, appunto. Colonna sonora per il cinema (nel film Eyes Wide Shut di Kubrick), ma anche per tv e teatro, il brano è diventato famoso: ormai è quasi una “cartolina musicale”, di quelle che si possono ascoltare da YouTube, mentre sullo schermo scorrono le immagini di una sfavillante Pietroburgo agghindata a festa. 

Info http://www.unionemusicale.it/  – www.salonelibro.itwww.orchestrasinfonica.rai.it

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