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Cultura

Battiston porta in scena la magia di Orson Welles

Davide Mazzocco

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Soltanto un attore di smisurato talento come Giuseppe Battiston poteva raccogliere la sfida di raccontare l’altrettanto straripante genio di Orson Welles, l’artista più straordinario che si sia mai messo dietro a una macchina da presa dacché i Fratelli Lumière architettarono quella “invenzione senza futuro” chiamata cinema. Perché se è vero che nella storia della settima arte vi sono stati registi più completi, più continui, più “perfetti” è altrettanto vero che nessun altro artista ha saputo fare della finzione e del gusto per la cialtroneria, del falso e del mascheramento il proprio marchio di fabbrica quanto Welles. Lui che non ancora ventenne andò in Europa per dipingere e riuscì a recitare per importanti compagnie teatrali spacciandosi per una grande promessa della scena statunitense, lui che inscenando in una diretta radiofonica l’arrivo di flotte aliene sulla Terra seminò il panico in tutti gli Stati Uniti, lui che a 25 anni, al debutto alla regia, girò quello che viene considerato all’unanimità il miglior film della storia, lui del quale vedremo presto un film non finito, The others side of the wind, torna in scena con Orson Welles’ Roast, per tre giorni al Teatro Astra di Torino.

Scritto dallo stesso Battiston in coppia con il regista Michele De Vita Conti, questo spettacolo ha fatto incetta di premi. Al protagonista – che un paio di settimane fa si è aggiudicato il suo secondo David di Donatello come non protagonista per La Passione di Carlo Mazzacurati – sono andati sia il Premio Ubu e il Premio Hystrio come miglior attore che il premio Olimpico del Teatro come miglior interprete di monologo. La formula è quella del “roast” ovverosia “arrosto”, un feroce panegirico che i potenti e le celebrità, soprattutto nei paesi anglosassoni, si autoinfliggono, tramite amici e colleghi, per celebrare le grandi occasioni: “Abbiamo cercato anche di immaginare  – dicono i due autori – come sarebbe un breve incontro con Orson Welles, se potesse, solo per un’ora, tornare a stare tra noi. Ci parlerebbe della sua vita, dei suoi film, della sua meno conosciuta carriera teatrale? Ci svelerebbe qualche segreto della sua tecnica straordinaria o spenderebbe tutto il tempo a disposizione a raccontare aneddoti esilaranti? Scaglierebbe, indignato, invettive contro i nemici di allora e gli orrendi tempi moderni o ne sorriderebbe bonariamente? Probabilmente tutto questo e chissà cos’altro ancora. Ci piace ricordarlo così. Genio infinito e grandissimo cialtrone. Senza nulla da nascondere, con ancora moltissimo da offrirci, per sempre in grado di stupirci”.

Uno spettacolo imperdibile che torna a Torino mercoledì 25 maggio alle ore 19 e giovedì 26 e venerdì 27 maggio alle 21. Biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro. Info: www.fondazionetpe.it

 

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