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Cultura

Emergenza Cultura. Ecco la proposta per salvare le attività a rischio chiusura

Davide Mazzocco

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Sarà un presidio permanente, fino all’assestamento di bilancio previsto per il mese di ottobre. Il comitato Emergenza Cultura, che riunisce le piccole e medie realtà torinesi spinte sull’orlo del baratro dai tagli alla cultura, ha promesso che non mollerà la presa e continuerà a chiedere che vengano stanziati i fondi necessari a coprire le spese dell’anno in corso e per poter progettare la stagione ormai alle porte. Questa mattina l’assessore alla cultura Michele Coppola è arrivato in anticipo rispetto all’inizio del sit-in ma ai presidianti non sono mancati interlocutori che avessero voglia di ascoltare le loro problematiche: Giampiero Leo (Pdl), Gianna Pentenero (Pd), Nino Boeti (Pd) e Eleonora Artesio (Fds) rappresentano, nell’emiciclo del Consiglio Regionale, una sorta di “partito” trasversale a difesa della cultura.

Il consigliere Leo propone a una rappresentanza dei manifestanti di chiedere un’audizione dei singoli gruppi al fine mantenere alta la soglia di attenzione sul problema dei mancati rimborsi di quanto messo in preventivo per le attività della stagione in corso. “Noi saremo qui tutte le settimane sino all’assestamento di bilancio – spiega Alessandro Gaido, presidente di Piemonte Movie -. Sono in molti ad attendere il saldo del 2010, mentre per quanto riguarda l’anno in corso c’è il rischio di un serio indebitamento se non si troveranno soluzioni”. Sono le piccole realtà a soffrire maggiormente, mentre i grandi enti culturali – che si erano affiancati alle realtà satellite nella lotta primaverile per il Fondo unico dello spettacolo – si sono eclissati nelle rivendicazioni di fine estate.

La proposta più concreta viene da Eleonora Artesio di Per la Federazione – Sinistra Europea: “La scorsa settimana abbiamo chiesto all’assessore allo Sviluppo Economico, Ricerca e Innovazione Massimo Giordano di stanziare  il 10% dei 390 milioni di euro destinati alle attività produttive per riportare i capitoli della cultura agli standard degli anni precedenti. Il Consiglio ha votato contro e l’assessore Coppola ha poi spiegato al presidio che quei fondi erano già stati impegnati. Dalle tabelle che ci sono state fornite alla Commissione bilancio di venerdì scorso  è però emerso che a fronte del 78% del livello di impegno sul preventivo 2011 da parte dell’assessorato alla Sanità, l’assessorato alle Attività produttive ha speso solamente il 19%. Dunque come si può sostenere che i fondi sono già stati impegnati se dopo nove mesi si è speso un quinto di quanto preventivato? È di questi numeri che Giordano e Coppola dovranno rendere conto. A ottobre verrà effettuato l’assestamento di bilancio ecco perchè i soldi non ancora spesi potrebbero essere spostati sui capitoli in sofferenza”. Come quello della cultura, i cui addetti ai lavori non molleranno la presa. Perché in ballo c’è la sopravvivenza di un settore che in Piemonte conta 37mila unità ma genera un indotto di 280mila unità.

 

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