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Torino, al processo Soria il teste dell’accusa: “Ci trattava come animali”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Lavori eseguiti nelle case di Giuiano Soria, ma fatturati al Premio Grinzane Cavour con la causale di interventi per la manutenzione del castello di Costigliole d’Asti. Lo ha raccontato lunedì in aula a Torino Giuseppe Cavaliere, uno dei titolari dell’impresa edile che tra l’agosto 2004 e il dicembre 2008 ha effettuato lavori per quasi 400mila euro nelle abitazioni del patron del premio imputato per malversazione, violenza sessuale verso il suo maggiordomo e maltrattamenti nei confronti di dipendenti e collaboratori.

Insieme a lui sono imputati per malversazione anche il fratello Angelo, funzionario della Regione Piemonte, e il cuoco Bruno Libralon. Davanti ai pubblici ministeri Valerio Longi e Gabriella Viglione, Cavalieri ha anche riferito che Soria “ci trattava come animali”. Durante l’udienza di lunedì sono poi stati ascoltati altri tre testi dell’accusa: Andrea Pelassa, un tappeziere che ha confermato di aver eseguito lavori nelle case di Soria fatturandoli come interventi sul castello di Costigliole, l’autista tuttofare del patron, Davide Aniello, che ha raccontato alcuni episodi in cui Soria ha insultato il maggiordomo e alcuni dipendenti, e Domenico Serlenga, consulente amministrativo del Premio Grinzane Cavour. Proprio Serlenga ha raccontato che Soria aveva l’ultima parola su ogni spesa: “Era solo lui a dire come, quando e chi doveva essere pagato” ha detto in aula.

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