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Economia

Fiat, la risposta dei sindacati: la Uilm chiede il “rispetto degli accordi”, la Fiom “più concorrenza”

Redazione Quotidiano Piemontese

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La Fiat deve risolvere “una volta per tutte le ambiguità sul piano ‘Fabbrica Italia’”. A chiederlo non è il solito Landini, ma il leader della Uilm, Rocco Palombella. “Fiat – ha detto all’assemblea nazionale dei metalmeccanici della Uil – ha chiesto al sindacato di essere più rigoroso nelle discussioni e nel rispetto degli accordi”. Palombella ha ricordato che “giacché ci siamo assunti le nostre responsabilità, siamo noi ora a chiedere a Fiat altrettanto rigore nel rispetto di quanto sottoscritto, a iniziare proprio dall’impegno a investire e produrre nel nostro paese”.

Con l’intesa Fiat del 13 dicembre “siamo riusciti a scongiurare il rischio di una vera e propria cancellazione della contrattazione collettiva all’interno del gruppo – ha aggiunto – ma non ci siamo limitati a garantire l’esistente, bensì siamo riusciti a incrementare i salari, a fronte di alcune importanti novità in tema di flessibilità e di relazioni industriali”. La Uilm non crede a un rientro della Fiat in Confindustria. “Nonostante le dichiarazioni di Marchionne di sostegno a Bombassei – ha concluso Palombella – sembra favorito il candidato appoggiato da Marcegaglia (Giorgio Squinzi) e anche per questo consideriamo improbabile un rientro di Fiat in Confindustria”.

LA FIOM. “Se Fiat non vuole investire in Italia, allora sarà il caso di aprire il mercato produttivo anche ad altre case automobilistiche interessate”. La provocazione arriva – questa sì – dal leader della Fiom, Maurizio Landini, intervenuto a Potenza ad un convegno sulle prospettive del comparto automotive nella regione. “Marchionne ha detto che vuole investire 20 miliardi, ma fino ad oggi – ha aggiunto Landini – abbiamo visto solo i primi 800 milioni di euro. Invece, Fiat va in Serbia, negli Stati Uniti e in Brasile, dove ci sono i soldi pubblici. Noi siamo seriamente interessati allo sviluppo del settore, quindi se Fiat ha altri interessi, allora sarà bene aprire il mercato a tante case automobilistiche che possono avere interesse in Italia. Nelle altre nazioni ci sono almeno 3-4 produttori; solo in Italia la Fiat è monopolista e, di rimando, fa quello che vuole”.

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