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Ambiente

L’assessore all’ambiente della Regione Piemonte: la concentrazione di polveri sottili è riconducibile alle condizioni orografiche

Redazione Quotidiano Piemontese

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inquinamento polveriIn relazione agli articoli pubblicati sul rapporto annuale di Legambiente  l’Assessore regionale all’Ambiente ritiene doveroso fare alcune precisazioni sui livelli di inquinamento dell’aria in Piemonte e sulle misure finora adottate in ambito regionale per contrastare il fenomeno.

Il problema dell’elevata concentrazione di polveri sottili è innanzitutto riconducibile alle condizioni orografiche del bacino padano, che non consentono un normale riciclo dell’aria, ed è strettamente legato alle variabili meteoclimatiche. Per questi motivi, da un lato le misure poste in essere in regioni come il Piemonte, la Lombardia ed il Veneto non danno gli stessi risultati in termini di riduzione degli sforamenti che in altre regioni europee, dall’altro i livelli di inquinanti presenti in atmosfera e registrati dalle centraline dipendono da variabili quali la piovosità e la ventosità. Una situazione che la Regione ha rimarcato in modo chiaro ed in più occasioni sia al Governo che alla Commissione Europea.
Va inoltre sottolineato che tutti gli indicatori ed i rilevamenti segnalano come i superamenti siano in calo rispetto al 2011 e la qualità dell’aria sia di molto migliorata negli ultimi dieci anni. Ciò significa che molto lavoro è stato fatto e continua ad essere fatto. La Regione conferma di essersi adoperata in ogni modo per dare continuità agli interventi strutturali in grado di incidere in modo reale sulla qualità dell’aria, basti pensare alla partita sulle
opere di compensazione del termovalorizzatore del Gerbido: un caso significativo, in cui  ’amministrazione regionale, d’intesa con gli enti locali interessati, ha ritenuto opportuno destinare le risorse ad interventi legati alla mobilità che consentiranno di limitare ulteriormente le emissioni di inquinanti in atmosfera.
Senza volerci accodare ad inutili e puerili “scaricabarile”, corre però l’obbligo di evidenziare l’assenza di una pianificazione nazionale. Il Governo negli ultimi anni ha più volte annunciato il lancio di un piano nazionale per la qualità dell’aria, ma ad oggi alle parole non sono seguiti i fatti. La conseguenza è che in assenza di una programmazione su larga scala e delle risorse necessarie per realizzare le misure degli stessi piani regionali, Regioni ed Enti locali difficilmente riusciranno a garantire la giusta continuità agli sforzi finora fatti.

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