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Bellono sull’amianto all’Olivetti: non esiste la fabbrica perfetta

Gabriele Farina

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olivetti-lettera22Si susseguono le dichiarazioni relative all’apertura dell’inchiesta da parte della procura di Ivrea per i 20 morti di amianto all’Olivetti. La questione sarà lunga e articolata e la corretta voglia di accertare le responsabilità si scontra con il tradizionale riferirsi alla Olivetti (soprattutto durante la gestione di Adriano Olivetti) come una fabbrica innovativa, vivibile e moderna. Ha fatto sentire la sua voce sulla questione Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil ed ex responsabile di Ivrea della Fiom-Cgil.

Come Fiom, insieme con la Cgil, da mesi stiamo lavorando per ricostruire quanto è avvenuto, in rapporto con i nostri legali, allo scopo si svolgere un innanzitutto quel ruolo di servizio e assistenza ai lavoratori che ci è proprio e che ci porterà ad aprire uno sportello informativo a partire da martedì prossimo 12 novembre. Proprio per questa ragione, però, trovo incredibile che alcuni, a partire dal sindaco di Ivrea, diano l’impressione di avere come prima preoccupazione quella di “assolvere” i vertici aziendali, dimenticando, o facendo finta di non sapere, che la magistratura nell’unico procedimento ad oggi arrivato a sentenza ha già riconosciuto la colpevolezza dell’azienda.
Non si può, di fronte ad una tragedia come questa, che peraltro è destinata a non rimanere circoscritta ai casi oggi oggetto di indagine, preoccuparsi innanzitutto che venga offuscata l’immagine del “mito” olivettiano o la storia industriale di un’azienda la cui straordinarietà nessuno mette in discussione: è vero invece che un atteggiamento eccessivamente celebrativo rischia di essere acritico e di non aiutare un’adeguata comprensione della realtà, che è sempre più cruda delle mitizzazioni.
Semplicemente l’azienda ideale, perfetta non esiste: per molti aspetti l’Olivetti era un’azienda come tante altre, con problemi simili. Anche lì ci si poteva ammalare e si poteva morire di lavoro, e pure una dirigenza “illuminata” per definizione ha avuto le proprie responsabilità, al di là della rilevanza penale che i giudici dovranno, e in parte l’hanno già fatto, verificare.
Dire però, come ho letto stamattina, che il nome Olivetti non può essere macchiato mi sembra una stupidaggine: di una storia industriale non si possono prendere solo le parti che convengono.

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