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Cronaca

Primo caso in Italia di consigliere sospeso per la legge Severino, potrebbe tornare in carica martedì a Novara

Redazione Quotidiano Piemontese

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6842bfbd5dRaimondo Giuliano detiene il poco invidiabile primato di primo politico a fare le spese della legge Severino, relativa al “divieto di ricoprire cariche elettive conseguenti a sentenze di condanna per delitti non colposi”. In poche parole, il 3 aprile 2011 l’allora assessore novarese all’Istruzione fece distribuire un opuscolo nelle scuole: il gup di Novara che nel gennaio 2013 lo condannò, reputò che quei volantini fossero di propaganda elettorale e, mancando solamente 42 giorni alle elezioni (Giuliano era candidato nelle liste del Pdl, anche se dopo passerà a Fratelli d’Italia) ciò fu reputato una violazione delle norme sulla par condicio. Secondo la legge, infatti, è vietato distribuire materiale ad orientamento politico nei 45 giorni precedenti l’apertura dei seggi. Giuliano è stato condannato, insieme ai colleghi di Giunta Massimo Contaldo e Giancarlo Pessarelli, per abuso d’ufficio, ma ha sempre rivendicato la propria innocenza, sostenendo che “quell’opuscolo non era propaganda elettorale, ma semplicemente la Carta dei servizi delle scuole novaresi, esposta in modo asettico”.
La sospensiva dagli incarichi pubblici firmata dal prefetto gli fu comunicata il 29 gennaio 2013 e, durando 18 mesi, ora l’esponente di Fdi è prossimo a rientrare in Consiglio comunale, riprendendosi il posto affidando “pro tempore” al primo dei non eletti, Pietro Gagliardi. In realtà la situazione è più complicata di così perché la legge Severino prevede una proroga di ulteriori 12 mesi in caso di condanna anche nel successivo grado di giudizio, poi la decadenza se il tutto viene confermato in Cassazione. Attualmente il giudizio è ancora pendente perché il ricorso presentato a suo tempo da Giuliano non è ancora stato dibattuto dalla Corte d’appello di Torino. Lo stesso presidente del Consiglio di Novara, Massimo Bosio, non sa cosa aspettarsi nei prossimi tre giorni: “Attendiamo dalla Prefettura un parere che abbiamo chiesto da tempo, trattandosi del primo caso in Italia. Occorre che qualcuno ci comunichi formalmente che il termine è scaduto senza che la sentenza sia stata confermata in appello”.