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Ambiente

Esce lo studio sulle conseguenze dell’inceneritore di Vercelli e l’Arpa sposta l’autore del lavoro ad altro incarico

Redazione Quotidiano Piemontese

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A fine giugno 2015 l’Arpa del Piemonte ha reso pubblici i risultati di un complesso studio epidemiologico sugli effetti dell’inceneritore di Vercelli sulla salute dei cittadini residenti in prossimità dell’impianto. I dati sono impressionanti: “I risultati della mortalità mostrano rischi significativamente più elevati nella popolazione esposta per la mortalità totale, escluse le cause accidentali (+20%). Anche per tutti i tumori maligni si evidenziano rischi più alti tra gli esposti rispetto ai non esposti (+60%), in particolare per il tumore del colon-retto (+400%) e del polmone (+180%). Altre cause di mortalità in eccesso riscontrate riguardano la depressione (rischio aumentato dell’80% e più), l’ipertensione (+190%), le malattie ischemiche del cuore (+90%) e le bronco pneumopatie cronico- ostruttive negli uomini (+ 50%)”.

Ma a inizio agosto ARPA annuncia una riorganizzazione dei vertici della sezione di Vercelli in cui viene dedicato ad altro incarico solo Gian Carlo Cuttica, nominato nel 2010 direttore del dipartimento ARPA di Vercelli e co-autore dello studio.

Il racconto della vicenda da Tg Maddalena:

Il 30 giugno sul sito dell’ARPA un comunicato segue la presentazione, al Comune di Vercelli, dei risultati di un importante (e allarmante) studio epidemiologico sugli effetti dell’inceneritore  sulla salute dei cittadini residenti in prossimità dell’impianto. Dal comunicato una presentazione dell’analisi:

Lo studio epidemiologico aveva l’obiettivo di studiare i possibili effetti sulla salute, con particolare riferimento ai dati di mortalità e morbilità (ricoveri ospedalieri) per alcune cause correlabili alla residenza in prossimità dell’impianto di incenerimento dei rifiuti, basato sulla storia residenziale della popolazione nei comuni di Vercelli e Asigliano con un follow-up di mortalità e morbilità dal 1.1.1997 fino al 31.12.2012 (15 anni). L’esposizione dei residenti nell’area interessata dalle emissioni dell’impianto è stata stimata attraverso modelli di dispersione, rafforzati da dati provenienti da campagne di campionamenti ad hoc.

La popolazione residente è stata divisa tra esposti (residenti nell’area di ricaduta delle emissioni dell’inceneritore) e non esposti (residenti nei due comuni fuori dall’area di ricaduta).

È stato misurato il rischio di contrarre una patologia dei residenti nell’area di ricaduta verso l’area di non esposizione.

I risultati della mortalità mostrano rischi significativamente più elevati nella popolazione esposta per la mortalità totale, escluse le cause accidentali (+20%). Anche per tutti i tumori maligni si evidenziano rischi più alti tra gli esposti rispetto ai non esposti (+60%), in particolare per il tumore del colon-retto (+400%) e del polmone (+180%). Altre cause di mortalità in eccesso riscontrate riguardano la depressione (rischio aumentato dell’80% e più), l’ipertensione (+190%), le malattie ischemiche del cuore (+90%) e le bronco pneumopatie cronico- ostruttive negli uomini (+ 50%)

Presentazione studio epidemiologico Arpa sull’inceneritore di Vercelli 

Risultati certamente allarmanti, il documento è disponibile per il download a questo link, dal sito dell’ARPA rimbalza attraverso i social network ed in pochi giorni la notizia arriva alla cittadinanza da tempo attenta e preoccupata alle problematiche dell’ambiente e della salute (qui il sito del Comitato Rubbiano per la Vita), in una zona messa certamente a dura prova, nonostante la chiusura nel 2014 dell’impianto di incenerimento oggetto dello studio.

Lo studio era iniziato nel 2014 con un progetto del Ministero della salute, coordinato da ARPA PIEMONTE, ARPA VERCELLI (direttore Giancarlo Cuttica, con Ennio Cadum del dipartimento di Epidemiologia e salute ambientale), i Comuni di Vercelli ed Asigliano e l’ASL di Vercelli e, alla sua presentazione, il sindaco di Vercelli, Maura Forte, aveva annunciato la ferma opposizione per il futuro con un lapidario “a Vercelli mai più un inceneritore”. Tuttavia lo studio sembra essere allarmante anche per l’effetto dei pesticidi, ma ad una specifica domanda sul tema il sindaco Bongiovanni risponde: «I pesticidi? Per ora  preferiamo concentrarci sull’inceneritore».

Il 2 luglio i primi contraccolpi dopo la diffusione dei dati-choc di Arp: il comune di Asigliano annuncia una richiesta danni tramite una “class action”. “E nell’attesa di verificare se esistono gli estremi per una «class action», l’amministrazione di Asigliano ha chiesto al direttore Giancarlo Cuttica e a Franco Pistono di Arpa un incontro pubblico con la popolazione per illustrare i dati dello studio.” Pochi giorni dopo però l’amministrazione comunale rinvia l’incontro con i cittadini, previsto per il 9 luglio, anche a seguito del dibattito in Regione con l’assessore alla Sanità Saitta, l’8 luglio.

E’ proprio l’8 luglio che l’argomento arriva in Regione, con un Question time presentato dal consigliere regionale Gabriele Molinari (PD) proprio sui risultati dello studio. L’Assessore Regionale alla Sanità, Antonio Saitta, ex presidente della Provincia di Torino, uno degli sponsor politici (insieme all’ormai senatore Stefano Esposito) dell’inceneritore di Torino, forse restando ancora nel vecchio ruolo più attento agli interessi economici (si fa per dire) che alla tutela della salute dei cittadini, esordisce con una evidente critica alla metodologia, dichiarando di ritenere «poco corretto da parte dell’Arpa non aver informato né coinvolto l’Asl di Vercelli nella presentazione pubblica dei risultati dell’analisi epidemiologica e neppure l’assessorato regionale, che ha appreso i risultati solo dalla stampa locale. Ricordo che la stessa Asl di Vercelli, a suo tempo, aveva messo a disposizione i dati richiesti dal responsabile scientifico dell’Arpa per l’analisi epidemiologica»”


Già, perché la vicenda si complica e approfittando della calura estiva e della disattenzione generale di chi si gode le tanto attese vacanze, l’ARPA annuncia il 6 agosto un’improvvisa riorganizzazione dei vertici della sezione di VERCELLI, definendola una nomina dei responsabili delle nuove “Strutture Complesse” e scompare il nome di Gian Carlo Cuttica, nominato nel 2010 direttore del dipartimento ARPA di Vercelli e co-autore dello studio.

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