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Torino, nessuna sorveglianza speciale per due combattenti italiani contro l’ISIS

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Il Tribunale di Torino ha respinto la richiesta della procura di sottoporre a sorveglianza speciale due dei cinque “foreign fighters” italiani che negli anni scorsi erano andati in Siria per unirsi alle milizie curde in lotta contro l’Isis. La misura che prevede tra l’altro il divieto di dimora, di fare politica e manifestare dunque non si applicherà ai due combattenti in questione: Davide Grasso e Fabrizio Maniero.

Motivo per un’eventuale sorveglianza speciale sarebbe stata la capacità nell’uso di armi acquisita durante il periodo svolto in Siria, rendendo i “foreign fighters” dei soggetti potenzialmente pericolosi per la sicurezza pubblica.

Invece il collegio giudicante ha ritenuto che nei confronti di Grasso e Maniero non debba essere applicata la sorveglianza speciale perché i loro precedenti penali e di polizia sono avvenuti in anni “non recenti”, prima della loro partecipazione ai combattimenti nelle file dell’Unità di protezione del popolo (Ypg) contro l’Isis nel Nord della Siria.

La decisione riguardante gli altri tre antagonisti Paolo Andolina, Jacopo Bindi e Maria Edgarda Marcucci è stata sospesa fino a ulteriori accertamenti.

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