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Frenata del M5s sul 5G a Torino, approvata mozione sull’elettrosmog e potenziali rischi per la salute

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L’inquinamento elettromagnetico, i suoi rischi per la salute delle persone e il principio di precauzione (adottato dall’Unione Europea nel 2005) applicato all’introduzione di nuove tecnologie di telecomunicazione sono al centro di una mozione approvata oggi in Consiglio comunale, su proposta dei consiglieri Cataldo Curatella, Marina Pollicino e Massimo Giovara (M5S).

Il documento, arrivato in aula dopo una serie di audizioni in Commissione (ARPA, Istituto Ramazzini, ISDE Piemonte, LegAmbiente e altri soggetti) ha ricevuto 20 voti a favore con un’astensione. Il testo segnala l’aumento del numero delle antenne installate o in aggiornamento per l’avvio in città del 5G, che rischia di portare l’attuale esposizione ai campi elettromagnetici oltre i livelli di saturazione.

La mozione, citando varie fonti scientifiche, prescrive quindi una lunga serie di impegni per l’Amministrazione comunale. In primo luogo, la predisposizione di un Piano di localizzazione delle antenne – ovvero una zonizzazione elettromagnetica tramite un ente terzo e indipendenti, valutando inoltre la creazione di una infrastruttura territoriale per il monitoraggio continuo dei valori di esposizione ai campi elettromagnetici (mediati sui 6 minuti come da raccomandazione dell’UE), resi disponibili ai cittadini su apposito portale. Particolare attenzione andrà anche riservata alla sensibilizzazione ed educazione ambientale nelle scuole, sul tema del corretto utilizzo dei dispositivi elettronici, privilegiando inoltre, negli uffici pubblici, la cablatura o la Power line connection rispetto ad altre tecnologie.

La mozione propugna inoltre una targa adesiva da applicare, a cura dei gestori, per indicare la presenza di antenne collocate in luoghi accessibili al pubblico e la distanza di sicurezza da tenere. In aggiunta, si dovrà prevedere che tutte le richieste di nuove installazioni o aggiornamenti di stazioni radio base, a far data dal 31 dicembre 2019, siano fatte nel rispetto della zonizzazione prevista nel piano localizzazione antenne, e siano accompagnate da un documento di valutazione del rischio per la salute pubblica predisposto dal gestore. Il provvedimento votato in aula prosegue poi con l’indicazione di implementare a Torino un centro scientifico in ambito sanitario per ricerca e formazione sugli effetti dei campi elettromagnetici, e con la richiesta di dare piena attuazione al risanamento del Colle della Maddalena, area di forte inquinamento elettromagnetico.

Ancora, alla Regione Piemonte viene chiesto di avviare una Valutazione di impatto ambientale (VIA) in relazione ai campi elettromagnetici e di predisporre una campagna su base regionale per la corretta applicazione del principio di precauzione per minimizzare gli effetti dell’esposizione. All’amministrazione regionale viene anche richiesto di riconoscere, come già fatto dalla Regione Basilicata, di riconoscere l’elettrosensibilità quale disabilità.

Il provvedimento, inoltre, chiede l’avvio di uno studio scientifico promosso dai ministeri della Salute e dell’Ambiente sui rischi per la salute causati dall’esposizione ai campi elettromagnetici, anche a lungo termine e per valori considerati sotto la soglia di sicurezza, istituendo una commissione di vigilanza permanente sugli effetti dell’elettrosmog. Infine, la richiesta alla Presidenza del Consiglio di ripristinare la media dei sei minuti per il calcolo dello sforamento dei limiti (non utilizzando più il valore sulla media delle 24 ore, risultato in contrasto con la normativa nazionale ed europea) e la richiesta ai ministeri dell’Ambiente, sanità ed Educazione di dare il via al piano di educazione ambientale, previsto per legge dal 2001 e mai attuato.

Oltre al consigliere Cataldo Curatella, che ha illustrato il documento in aula, sono intervenuti prima del voto anche i consiglieri Massimo Giovara e Federico Mensio, sottolineando l’importanza del principio di precauzione, ricordando i casi del passato, come amianto o DDT, e sostenendo la necessità di coniugare lo sviluppo con la tutela dell’ambiente e della salute.

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