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Cultura

Il seminario abbandonato di Peveragno – Urbexteam-OldItaly #villeabbandonate

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Facciamo un salto negli anni 60… Gli anni in cui fu costruito quest’imponentissimo complesso scolastico. La struttura definita oggi “un ecomostro” fu pensata dai salesiani come seminario minore diocesano. All’epoca, la costruzione in sé generò tante polemiche in quanto non in linea con lo spirito di modestia rappresentato dai salesiani.

Di per sé, lo stabile si estende su 8 piani fatti quasi tutti in maniera identica: sale studio, grandi camerate e bagni ovviamente… Oltre alle sale studio, al piano terra si trova quello che una volta era la palestra con alcuni attrezzi ancora presenti al suo interno, la cucina del complesso ancora intatta ma soprattutto la bellissima chiesa con i suoi vetri colorati che rendono la luce all’interno qualcosa di magico; Al piano seminterrato invece si trova un grande teatro e vari ripostigli fra cui la sala in cui custodivano gli sci visto che siamo ad una certa altitudine ed in mezzo alla natura.

Quello che sappiamo è che i ragazzi mandati in collegio erano spesso ragazzi con trascorsi “difficili” e sicuramente provenienti da famiglie modeste. La permanenza all’istituto era totale, cioè si tornava a casa soltanto a Natale e forse a Pasqua. Nonostante tutto, le esperienze raccolte dimostrano che, a distanza di tempo, i ricordi sono quasi tutti positivi. Gli ex allievi del collegio sono tanti. La struttura poteva accogliere fino a 200 studenti il ché significa che ha visto passare una quantità impressionante di ragazzi. L’istituto copriva dalle medie alla V ginnasio (che sarebbe la seconda superiore del nostro liceo classico o scientifico). L’insegnamento era quello dei salesiani: rigido ma efficace; ci si alzava prestissimo al mattino, si facevano tante attività sportive, si poteva imparare a suonare, cantare o recitare, si assisteva o piuttosto si partecipava alle messe cantate e ballate. La tv non era tollerata o soltanto in rari casi di partite di calcio importanti. La domenica era giorno di festa: i genitori potevano venire in visita! Il teatro diventava allora il palcoscenico ideale per presentare le varie attività artistiche svolte durante la settimana. D’inverno si andava a sciare, o in slitta o ancora a fare ciaspolate sulla neve. D’estate si facevano lunghe passeggiate nei boschi o ci si spostava in qualche santuario vicino… L’importante era occupare i ragazzi in modo “sano”.

Ora girare per i corridoi dell’istituto ha preso tutto un altro sapore. La struttura è stata chiusa nel 1987 da quello che leggiamo su alcuni documenti trovati, il ché ha lasciato il tempo a vandali e teppisti di impossessarsi del luogo. I danni sono evidenti: i muri sono imbrattati da graffiti pseudo artistici o addirittura da scritte sataniche, i vetri sono rotti ed alcune parti dello stabile sono state addirittura date a fuoco. L’atmosfera nei lunghi corridoi è molto cupa e genera un senso di inquietudine permanente. Si percepisce una sensazione di angoscia più che di nostalgia.

Il destino dello stabile è scritto tra le righe… La struttura è stata venduta ben due volte a società immobiliari fallimentari per poi essere pignorata dalle banche. E’ stata messa all’asta ma nessuno la vuole: troppo grande, troppo rovinata. Il costo per metterla a posto sarebbe proibitivo; lo stesso per demolirla. E allora rimane… Come una parte di passato incancellabile che vuole stare ancora a lungo meta di pellegrinaggio per ex allievi in cerca di ricordi ma soprattutto per fotografi in cerca di emozioni.

(Articolo e foto di Urbexteam OldItaly e Blamboley)

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