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Piemonte: ordinanza regionale per il contenimento del coronavirus sicuramente prorogata oltre il 3 aprile

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Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha anticipato in Consiglio regionale che la sua ordinanza sulle misure di contenimento del coronavirus sarà senz’altro prorogata oltre il 3 aprile. La nuova scadenza potrebbe essere fissata al 14 o al 20 aprile e sarà decisa probabilmente giovedì 2 aprile dopo un incontro con i capigruppo: “Abbiamo fatto una scelta di rigore fin dall’inizio, e così siamo andati avanti adottando misure più restrittive di quelle nazionali ancorate tutte al 3 aprile, ma ora è evidente che questa data non potrà essere rispettata. Tornare a normalità il 3 aprile sarebbe una follia. Si tratta ora di vedere per quanto tempo prorogare”.

Cirio ha poi annunciato di aver chiesto agli assessori competenti di predisporre delle misure per dare a chi non ha uno stipendio o un reddito le risorse necessarie per fare la spesa: “Abbiamo l’obbligo di aiutare le famiglie bisognose. Deve essere il primo dei nostri impegni. Chiediamo a tutti di stare a casa, così assisteremo a un graduale rallentamento del contagio del quale abbiamo già i primi segnali. Ma questo vuole dire che molte persone si troveranno senza soldi, e si arriverebbe presto a un rischio davvero difficile da gestire. C’è uno sforzo che dobbiamo fare con urgenza, studiare misure sociali straordinarie: o diamo i soldi direttamente alle famiglie o presto tante non avranno più i soldi per fare la spesa”.

Nel suo intervento il presidente Cirio ha anche ricordato che è stato costituito un gruppo di lavoro e un meccanismo di dialogo continuo con tutte le categorie produttive che produrrà le misure per realizzare gli effetti del Piano per la Competitività in tre-quattro mesi anziché nei due previsti prima dell’emergenza, “in modo da dare una liquidità reale alle imprese.Aspettiamo di capire quali saranno le misure del Governo per integrarle”.

A conclusione, Cirio ha affermato che “da questa emergenza impareremo una lezione importante. Abbiamo imparato quanto sia importante la medicina di territorio e abbiamo appreso lezioni sui tagli: sono risorse che vengono a mancare, e te ne rendi conto solo nell’emergenza. Eravamo la penultima Regione italiana per posti in terapia intensiva in rapporto al numero di abitanti, oggi siamo la seconda. Il sistema sanitario piemontese si sta ingegnando, ogni sala operatoria che si chiude con grande sacrificio si traduce in due, tre o quattro posti letto in terapia intensiva. Nella gravità il sistema ha risposto, perché con persone di valore abbiamo una sanità di valore”.

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