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La piscina della scuola Duca d’Aosta a Torino in cui nel fascismo nuotava Mussolini

Redazione Quotidiano Piemontese

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A Torino verso la periferia nel quartiere Parella si trova la scuola elementare Duca D’Aosta un edificio razionalista, inaugurato nel 1933 e dedicato a Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta morto nel 1931,  seppellito al Sacrario militare di Redipuglia.

Nei giorni scorsi l’agenzia AGI ha pubblicato un articolo che racconta la storia della piscina della scuola da anni inagibile in chi nuotava nelle sue visite a Torino Benito Mussolini.  Racconta la dirigente scolastica Serenella Cuiuli ; “Questa storia mi è stata confermata anche dalla vecchia custode  ed è incredibile che oggi un luogo simile, che in qualche modo ha a che fare con la storia del Paese, versi in queste condizioni di abbandono. Purtroppo non possiamo fare nulla, la Soprintendenza ai beni culturali non consente alcun intervento ed è davvero un peccato avere le mani legate. La piscina potrebbe essere messa a norma e riconsegnata agli studenti, ma anche agli anziani del quartiere, alle persone disabili che necessitano di riabilitazione. Oppure potremmo trasformare questi locali in biblioteca, l’importante è che si metta fine al degrado”.

Nel quartiere Parella di Torino la scuola elementare ‘Duca D’Aosta’ cela un segreto vecchio quasi cent’anni. Nel seminterrato dell’istituto sorge, infatti, una piscina, oggi in stato di abbandono, che Benito Mussolini usava in forma privata quando visitava il capoluogo piemontese. Proprio il Duce, il 28 ottobre 1933, aveva raggiunto la periferia ovest della città, all’epoca una zona di campagna non ancora edificata, per inaugurare la struttura dedicata a Emanuele Filiberto di Savoia duca D’Aosta, condottiero della Terza Armata durante la prima Guerra mondiale.

Ma più che i soffitti alti, il cortile e la grande palestra con sala di proiezione annessa, a destare l’attenzione è la piscina coperta realizzata nel locale seminterrato, con tanto di spogliatoi, bagni e docce. L’impianto è stato utilizzato dagli studenti fino agli anni Ottanta quando, anche per ragioni di sicurezza, l’ingresso è stato inibito al pubblico.
Quel che oggi rimane è una vasca vuota lunga circa quindici metri e larga cinque, rivestita di piastrelle e illuminata soltanto dalla luce flebile che filtra dalle finestre rotte. Proprio qui Mussolini aveva scelto di rifugiarsi durante le sue visite torinesi. D’altronde il Sabato fascista, istituito con Regio decreto nel 1935, era una sorta di rituale sacro al quale neppure il Duce intendeva sottrarsi.

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