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Economia

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte pubblica il compendio dati del secondo semestre 2020

Vincenzo Spinello

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Le indagini congiunturali trimestrali realizzate da Confartigianato Imprese Piemonte nel 2020 mettono in luce, dopo un parziale ottimismo nel primo trimestre, valutazioni pesantemente negative nel resto dell’anno imputabili principalmente alla pandemia da coronavirus, che condiziona con effetti drammatici sia la situazione sanitaria, sia il trend dell’economia, con ripercussioni molto preoccupanti sulla produzione e sull’occupazione.
Secondo il monitoraggio dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 30 giugno 2020, le imprese artigiane piemontesi ammontavano a 116.804; secondo le previsioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nel primo semestre dell’anno 2021 si verificherà una riduzione di imprese pari a 650 unità produttive, scendendo così a 116.154 (il calo più consistente si riscontrerà nella provincia di Torino che si attesta sulle 59.940 imprese, con una perdita stimata di 382 unità produttive).

Dai dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, aggiornati al 31 dicembre 2020, gli apprendisti, rispetto ai 30.515 del 2019, sono 20.116, evidenziando, dopo quattro anni di crescita, un consistente calo dovuto in gran parte alla situazione pandemica, che sta pregiudicando le opportunità occupazionali anche per gli apprendisti.

Al 30 giugno 2020 l’occupazione nell’artigianato in Piemonte si attestava sulle 240.650 unità lavorative, di cui 130.824 autonomi e 109.826 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita complessiva, nel periodo preso in esame, di 72.883 posti di lavoro, pari al 23,45%).

Per le imprese artigiane in particolare, commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, la riduzione del volume d’affari causato dalla pandemia si somma alle criticità conseguenti al carico fiscale, alle eccessive incombenze burocratiche, ai ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. La situazione economica complicata dall’emergenza sanitaria la cui cessazione non si verificherà certo in tempi brevi, rende indispensabile lo stanziamento di risorse adeguate a sostenere tutte le tipologie di imprese che hanno sofferto contrazione del volume d’affari a causa del primo e del secondo lock down. Inoltre occorre, al fine di dare slancio alla nostra economia, un utilizzo di carattere strutturale delle risorse stanziate complessivamente dal Governo con i decreti ‘Cura Italia’, ‘Liquidità’, ‘Rilancio’, ‘Semplificazioni’, ‘Agosto’, nonché delle risorse europee del Recovery Fund di competenza dell’Italia”.

 

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