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Cronaca

Inchiesta “Cerbero” a Torino sulla Ndrangheta si conclude con condanne per 237 anni

Vincenzo Spinello

Pubblicato

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Palazzo di Giustizia a Torino

È stata emessa nella giornata di ieri la prima sentenza del processo partito dall’inchiesta “Cerbero” finalizzata alla lotta alla Ndrangheta. Le pene inflitte in primo grado sono state comminate una delle famiglie più potenti della Ndrangheta del nord ovest italiano, la famiglia Agresti, grazie anche alla collaborazione del 32enne Domenico Agresti, collaboratore di giustizia e membro della stessa famiglia. Il bilancio della sentenza di primo grado è di 46 condanne su 62 imputati per un totale di 237 anni di carcere. Quasi tutte le contestazioni di associazione di stampo mafioso hanno retto al vaglio dei giudici di primo grado.

Queste alcune delle condanne: 17 anni a Bruno Pezzolato, 14 anni e 6 mesi a Michelangelo Versaci. La famiglia Agresta: condanne per Antonio, capo indiscusso della famiglia (10 anni), per Natale, Francesco. Due associazioni finalizzate al narcotraffico internazionale di droga sono state smantellate. I giudici hanno riconosciuto una provvisionale di 15 mila euro al Comune di Volpiano e di 10 mila euro alla Città di San Giusto.

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