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Mons Nosiglia: “La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, ma nel caso dell’Embraco tale principio è stato tradito”

Vincenzo Spinello

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Nel corso della preghiera serale alla Consolata, il Mons. Nosiglia è intervenuto sulla questione dei 400 dipendenti della Ex EmbracNosigliao che da mesi rischiano il licenziamento.
Ecco le sue parole:

«Ogni anno ci ritroviamo qui, a cercare consolazione. E veniamo sicuri di trovarla. Come tutti, ciascuno di noi si porta dietro le sue gioie e i suoi dolori. È il fatto di essere insieme davanti alla Vergine Maria che rende questo giorno, questa notte, diversa da ogni altro. Perché siamo qui tutti insieme? Perché insieme siamo città; abbiamo gioie e dolori, preoccupazioni e speranze che condividiamo tutti. E «consolare», prima di tutto, significa questo: sapere di non essere soli». Poi il Mons ha continuato «Stiamo uscendo da un periodo incredibile di angoscia e di lutti dovuto alla pandemia. Ci parliamo molto di ripresa, di ritorno alla normalità. Ma sappiamo bene che questi ultimi mesi lasceranno ferite profonde. Ferite che per noi, a Torino e nel nostro territorio, riguardano soprattutto il mondo del lavoro. Come quella dell’ex Embraco che non si vuole affrontare e risolvere malgrado l’impegno profuso dalla Regione, dal Comune di Torino e quelli di Chieri e limitrofi, dalla Diocesi e dai sindacati e lavoratori che stazionano in piazza Castello ormai da tanto tempo. Vi confesso che tutto ciò mi addolora moltissimo, anche come cittadino. La nostra Repubblica è fondata sul lavoro: ma mi chiedo se qui tale principio basilare non sia stato tradito, e se non sia il momento di sollecitare chi ha responsabilità istituzionali ad una presa di posizione chiara e decisa».

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