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Bombino-Viterbini: deserto e anima sul palco dell’Hiroshima Sound Garden

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Serata speciale quella di ieri all’Hiroshima Sound Garden, dove si sono esibiti Bombino e Adriano Viterbini, portando finalmente in città quella potente miscela di deserto, vento, polvere, rock e blues.

Nome d’arte di Goumar Almoctar, Bombino, partito da Agadez, nel Niger, titolo anche del suo primo storico album, alla conquista del mondo con la chitarra scoperta da ragazzino, mentre con la famiglia negli anni 90 era costretto fuggire dalla sua terra funestata dalle guerre civili.
Un lungo peregrinare per il nord Africa, dove ha affinato quell’incredibile miscuglio di generi e suoni, dal rock di Hendrix, al blues più caldo, ma sempre con al centro il suo sangue tuareg, che traspare non solo nella sua musica, ma nel suo abbigliamento, nelle sue movenze e nei suoi sguardi.

Con lui Adriano Viterbini, celebre chitarrista e bluesman romano, noto non solo per essere una delle due costole dei Bud Spencer Blues Explosion (l’altra è Cesare Petulicchio), ma per le sue notevoli deviazioni con band come I Hate My Village, Nick Cester, Cor Veleno e Tre Allegri Ragazzi Morti, giusto per citarne alcune.

Di lunga data la collaborazione con Bombino con cui suona nel 2014 nel “Nomad Tour” partecipando a concerti in Italia ed in Europa. Per il suo ultimo lavoro “Film O Sound” realizzano un pezzo insieme, “Welcome Ada”, una sorta di jam, perfetta fusione dello stile dei due artisti.

Applausi a scena aperta, un feeling con il pubblico genuino, che si può riassumere in Amidine, forse il suo pezzo più celebre, con quell’intro hendrixiano e quei suoni che ti riportano immediatamente a quelle atmosfere desertiche e ventose da cui siamo partiti.

Foto e Report Paolo Pavan/QP

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