Seguici su

Cronaca

Nelle scuole piemontesi bambini e ragazzi emulano i giochi violenti della serie tv coreana “Squid Game”

Vincenzo Spinello

Pubblicato

il

Dopo che l’allarme era stato lanciato in diverse scuole d’Europa ora anche in Italia ed in Piemonte si registrano i primi casi dove nelle scuole elementari e medie si emulano i giochi violenti, e relative penitenze, della serie tv Netflix “Squid Game”, uscita in Italia circa un mese fa sulla piattaforma streaming.
Nella serie Tv alcune persone vengono rapite e vengono costrette a fare alcuni giochi per “bambini”; solo che la penitenza nel caso di sconfitta è la morte.

In Piemonte sono stati rivelati dei casi di emulazione di questi giochi da parte di bambini e ragazzi durante la ricreazione e ei cortili delle scuole.

Nella scuola elementare Ic Duca d’Aosta di Torino le maestre hanno scoperto una classe di terza elementare a giocare in cortile a “un due tre stai” con la penitenza che chi perde viene eliminato con il gesto dello sparo o prende schiaffi. Immediatamente le maestre si sono fatte spiegare la storia dai bambini e hanno scritto ai rappresentanti di classe.

Un altro caso di emulazione è stato registrato in una classe di una primaria del torinese, alcuni bambini costringevano i loro compagnetti a giocare a ddakji, gioco della tradizione coreana che consiste nel ribaltare un cartoncino ripiegato lanciandone un altro dall’alto in basso. Il gioco è stato rivisto e replicato dagli alunni con l’utilizzo di righelli e astucci. La penitenza per chi perde, così come nella serie, è quella di ricevere uno schiaffo.
Altro situazione si è verificata in una scuola media della provincia di Alessandria, dove gli zaini di alcuni ragazzi sono stati svuotati fuori dalle finestre perché si rifiutavano di giocare. Nella serie, una delle regole è che non ci si può ritirare dal gioco.

La Fondazione Carolina, fondazione che si occupa di cyberbullismo e bullismo tra i giovanissimi, ha chiesto di sospendere la serie tv lanciando una raccolta firme su Change.org.

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *