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La Cassazione conferma le condanne a 30 anni per l’omicidio di Manuel Bacco

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Dopo 7 ore di camera di consiglio, i giudici della Cassazione hanno confermato le condanne in Appello per i cinque condannati a 30 anni per l’omicidio del tabaccaio Manuel Bacco, 37enne di Asti. L’omicidio è avvenuto a dicembre 2014, quando Bacco è stato ucciso dai colpi di una pistola nel tentativo di difendere sua moglie durante una rapina finita male. Per due dei condannati, Antonio Guastalegname, 54 anni, ex titolare della ditta di pulizie e lavaggio auto Gd services di Castello d’Annone e Antonio Piccolo, 31 anni, giunto ad Asti dalla Calabria appositamente per la rapina, si cercava uno sconto di pena in quanto avevano già confessato il delitto, mentre per gli altri tre, Jacopo Chiesi, 29 anni, ex pizzaiolo incensurato di Castello d’Annone, Domenico Guastalegname, 29 anni, figlio di Antonio e amico d’infanzia di Jacopo e Fabio Fernicola, 44, piastrellista di Asti si sperava in un’assoluzione, che non è arrivata.

Cinzia Riccio, vedova di Bacco, era parte civile assistita dall’avvocato Chiara Pescarmona. A incolpare i responsabili è stato un super testimone, che era stato avvisato del colpo, ma che all’ultimo si è tirato indietro. Anche se il teste non ha parlato mai di Chiesi, ci sono altri indizi che conducono a lui in quanto autore materiale dell’omicidio, mentre Piccolo faceva da palo e Domenico Guastalegname e Fernicola erano in macchina, pronti per la fuga.

A incastrare il 29enne Chiesi è il ritrovamento in casa sua di cartucce riconducibili alla calibro 7,65 usata contro Bacco, inoltre l’esame del Dna sulle tracce lasciate su un berretto perso dall’assassino combaciano con quello di Chiesi. Non basta, anche le telecamere del negozio che hanno filmato gli istanti dell’omicidio incolperebbero Chiesi.

 

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