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A Torino istituita la Giornata Mondiale del Toret: sarà il 17 luglio

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Il Toret, la tipica fontanella torinese verde con la testa di toro, compie oggi 160 anni. Una storia lunga e intrecciata con la Storia della città e di tutta Italia, che viene oggi celebrata con l’istituzione della Giornata Mondiale del Toret, proclamata dall’associazione I love Toret.

Per i torinesi i Toret esistono da sempre, sono uno dei simboli della città insieme ai gianduiotti, alla Mole. E per i turisti ormai non è più una scoperta inaspettata trovare le verdi fontanelle zampillanti in ogni angolo della città: sono state inserite in tutte le maggiori guide cartacee e online. Sembra impossibile immaginare un orizzonte torinese senza i Toret.

Eppure c’è una data in cui comincia la vera storia dei Toret, una storia ignorata dalla maggior parte dei testi e che solo negli ultimi anni è diventata finalmente parte integrante del discorso cittadino, grazie all’attività di ricerca negli archivi storici della città prima e di divulgazione poi.

È il 17 luglio 1862: la Giunta Municipale di Torino, in seguito al lavoro preparatorio dell’assessore Carmagnola e dell’Ufficio d’Arte guidato dall’ingegnere Edoardo Pecco, approva le Condizioni per la provvista di fontanelle in ghisa da collocarsi sul suolo pubblico, dando il via all’iter per la messa in posa di quelli che saranno i primi Toret sul territorio cittadino. Da quel giorno nulla sarà come prima: la storia di Torino e quella delle sue fontanelle rimarranno per sempre legate da un doppio filo color verde bottiglia.

“In questi giorni in cui il tema dell’acqua torna a essere di grande attualità, la Giornata Mondiale dei Toret è stata voluta dalla nostra associazione per proseguire con il progetto di tutela e valorizzazione delle fontanelle verdi con testa di toro tipiche di Torino – afferma Mauro Allietta, presidente e fondatore dell’associazione I love Toret. – A Torino, in Piemonte e in tutto il nord Italia stiamo assistendo a una grande emergenza idrica e noi pensiamo che oggi sia ancora più importante preservare il Toret sia come simbolo di un bene come l’acqua da rendere disponibile a tutti senza sprechi, sia come elemento di arredo pubblico che assurge al ruolo di monumento diffuso. Si sente spesso dire che bisognerebbe chiudere il flusso continuo delle fontanelle torinesi, per evitare che l’acqua venga dispersa: in realtà il circuito dei Toret si autoalimenta, l’acqua non va persa ma torna appunto in circolo e il suo scorrere permette la non proliferazione dei batteri.”

Negli ultimi 10 anni l’associazione di promozione sociale ha lavorato per costruire una coscienza comune che porti al rispetto, alla preservazione e alla valorizzazione di un’icona della torinesità, riconosciuta come tale anche al di fuori dei confini cittadini.
Attraverso la possibilità di adottare gratuitamente e moralmente una delle 800 fontane che si trovano sulla mappa, l’associazione mira a coinvolgere gli utenti come parte attiva e incoraggiarli a prendersi cura del loro Toret controllando che sia sempre presente, che non venga danneggiato e che l’acqua esca regolarmente.

La vita del Toret inizia appunto nel 1862, ma l’iter burocratico era partito qualche anno prima, il 6 marzo 1859, quando la città aveva celebrato il suo primo acquedotto con l’inaugurazione della fontana di piazza Carlo Felice, negli attuali giardini Sambuy. L’acqua condotta in città è quella del torrente Sangone, raccolta in un grande serbatoio nei pressi di Sangano, visitabile ancora oggi durante le giornate del Fondo Ambiente Italiano, e distribuita attraverso un condotto principale e una rete di tubature secondarie in buona parte del centro di Torino.

Nei giorni successivi vengono immediatamente avviati gli studi per stabilire la collocazione di fontane per la distribuzione dell’acqua ai cittadini e, appena un mese dopo, nella Relazione della Commissione incaricata di studiare, riferire e proporre in merito alle domande della Società dell’acqua potabile Letta dal Relatore Consigliere Allasia al Consiglio Comunale in seduta del 23 aprile 1859, vengono individuate 81 località secondo una classificazione suddivisa in “semplici fontane d’utilità e servizio”, altre “di ornamento”, altre ancora che avrebbero avuto la “decorazione” come “loro principale oggetto”.

Da quel momento in poi si succedono le sedute e le interrogazioni comunali in cui si discute dell’igiene e della pulizia in città, della necessità di Torino di essere dotata di fontane d’acqua potabile accessibili a tutti. È il 27 marzo del 1862 quando ai verbali delle sedute vengono allegati i disegni delle fontanelle da collocarsi sul suolo pubblico, in scala 1:10, a firma dell’ingegner Edoardo Pecco, capo dell’Ufficio d’Arte della città. È la prima volta che viene data forma a quella che negli anni sarà la tipica fontana torinese con le caratteristiche che ancora oggi riconosciamo dopo 160 anni di storia: fatta di ghisa, a forma di parallelepipedo con sviluppo verticale chiuso da una volta emicilindrica e con una piccola testa di toro da cui sgorga incessantemente acqua.

Il 7 luglio viene finalmente presentata la mappa con la posizione identificata per le prime fontanelle, numerate da 1 a 47 a seconda della loro posizione rispetto all’origine delle tubature dell’acquedotto proveniente da Sangano: il Toret numero 1 è, infatti, quello situato nel Borgo di San Donato (dove ancora oggi c’è una fontanella), mentre i numeri più alti sono quelli a ridosso del Po e della collina. E 10 giorni dopo iniziano i lavori per la posa delle prime 45 fontanelle, che nel corso dei decenni arriveranno a essere 800.

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