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Cronaca

Coldiretti Torino chiede massima vigilanza per gli incendi nei fienili

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Dopo l’ennesimo incendio che ha devastato un fienile, questa volta nella frazione Sant’Antonio di Castellamonte, mandando in fumo le preziose scorte di cibo per gli animali, Coldiretti Torino chiede ai propri associati e alle autorità competenti di vigilare perché si interrompa questa catena di roghi che sta interessando tutta la provincia.

«Non possiamo che essere soddisfatti della prova di solidarietà tra agricoltori, scattata sia per lo spegnimento dell’incendio che per garantire il foraggio agli animali», commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, anche lui allevatore di bovini che sottolinea, però, come questo sia un nuovo episodio di una serie ormai troppo lunga.

«Non possiamo non ricordare – aggiunge Mecca Cici – che dalla scorsa primavera si susseguono incendi in fienili e pagliai: dalla bassa valle di Susa alla Zona Ovest di Torino, dal basso all’alto Canavese interessando una buona parte del territorio. In tutti i casi, gli allevatori hanno perso fieno per l’alimentazione e paglia per le lettiere, prodotti che sono oggi introvabili a causa della siccità che ha interessato non solo il nostro territorio ma tutta l’Italia e tutta l’Europa. Per capire la portata di queste sciagure basti pensare che una rotoballa di fieno che l’anno scorso era quotata circa 30 euro, oggi costa 150 euro. Vedere bruciate le poche scorte di cibo per gli animali in un’annata in cui sono stati possibili solo 2 tagli scarsi di erba invece dei soliti 4 abbondanti, vuol dire indebitamento e, in alcuni casi, anche la prospettiva di vendita dei capi per la mancanza di risorse per nutrirli».

Coldiretti Torino chiede alle autorità la massima vigilanza.

«Purtroppo non può bastare la pur bella prova di solidarietà degli agricoltori che, in quasi tutti i casi hanno lasciato il loro lavoro per aiutare i Vigili del Fuoco a sgomberare i materiali infiammabili e spegnere il fuoco mettendo a disposizione mezzi agricoli e autobotti. Così come non possono bastare le collette e le donazioni di fieno e paglia. Vanno rafforzate le misure di vigilanza e controllo del territorio, anche attraverso le nuove tecnologie, per prevenire prossimi episodi».

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