Seguici su

Cronaca

Come i media piemontesi parlano di questioni di genere e disabilità

Avatar

Pubblicato

il

A gennaio 2022, grazie a un accordo tra il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino e la Regione Piemonte, su iniziativa di GiULiA Giornaliste del Piemonte, nasceva ORA: l’Osservatorio Regionale Antidiscriminazioni. Un team di lavoro volto ad analizzare l’informazione locale piemontese, con focus sui temi delle pari opportunità, specificatamente sulle questioni di genere e sulle disabilità. Dopo mesi di ricerca ORA ha prodotto un Report sulla condizione dell’informazione locale piemontese, i cui dati sono stati presentati nella Sala Trasparenza della Regione Piemonte.

La ricerca ha trattato nove mesi di informazione piemontese, toccando tutte le province nel periodo dal 1 luglio 2021 al 31 marzo 2022. Ben 9.952 le notizie analizzate, tra articoli e servizi, 7.526 sul genere e 2.426 sulla disabilità. Dalla ricerca emerge che la dimensione territoriale delle notizie è prevalentemente iperlocale (79%), mentre il 14 % affronta tematiche di respiro nazionale ed extra-regionale e solo il 7% si concentra sull’ambito territoriale regionale.

L’elemento della dimensione iperlocale si riflette anche su come i media del territorio trattano le notizie, con focus differenti. Tanto da poter arrivare a identificare l’esistenza di “tanti Piemonti” dal punto di vista giornalistico. Il Verbano Cusio Ossola (83%) e Biella (79%) risultano essere le province più attente al genere, mentre Novara (29%) e Cuneo (27%) sono quelle che più si dedicano alla disabilità. Inoltre, Alessandria, Cuneo e Torino sono le province con maggiore capacità di affrontare i temi delle pari opportunità. Ci sono poi realtà di giornali locali che descrivono bene le pluralità dei territori e delle loro tradizioni giornalistiche: ad esempio, nella provincia di Cuneo la forte componente dell’associazionismo cattolico riflette una cultura locale molto orientata alla solidarietà sociale. Alessandria, Biella e Novara si presentano invece come realtà più laiche che si occupano maggiormente delle iniziative istituzionali locali.

Tra gli aspetti analizzati dal Report, anche il formato della notizia, da cui emerge la prevalenza di articoli di cronaca, brevi e i trafiletti (86,7%) mentre solo il 5,1% è un approfondimento. I principali topic attraverso cui vengono raccontate le pari opportunità sono l’ambito culturale e sportivo, quest’ultimo utilizzato anche per raccontare la disabilità come mezzo di l’inclusione sociale. È rilevante segnalare che molte di queste notizie sono state date nell’ambito del PNRR. A differenza delle aspettative iniziali, poco rilevante si è dimostrato il volume di notizie di cronaca nera (solo il 4,5% del campione analizzato). Era attesa anche una maggior presenza di notizie legate alla violenza di genere, eppure questa dimensione è stata del tutto residuale (5,3%), ancor di più la violenza subìta o perpetrata da persone disabili (1,9%) praticamente assente nel corpus delle notizie.

L’indagine ha riguardato anche il linguaggio adottato dai media locali, in rapporto alle discriminazioni e agli stereotipi prevalenti. E ha evidenziato che la sfida agli stereotipi nel giornalismo piemontese riguarda solo il 4,2% delle notizie analizzate: laddove la messa in discussione delle nostre credenze è presente, si parla principalmente di disabilità (9%). Ciò si può spiegare con il fatto che gli effetti di interiorizzazione critica dei temi legati alla disparità di genere sono più avanzati, mentre si fatica ancora a parlare di abilismo, a riconoscere i meccanismi latenti e a metterli in discussione.
La ricerca ha inoltre ritrovato in molti casi errori tipici del linguaggio giornalistico rispetto ai soggetti riportati nella notizia. In particolare, parlando di persone con disabilità si tende ancora a rappresentarle come “ragazzi speciali” (sono state notiziate soprattutto persone di sesso maschile), oppure ricorre l’utilizzo del solo nome per fare riferimento a una donna protagonista della notizia.
Nel complesso risulta invece corretto l’utilizzo della declinazione al femminile (nel 72,6% dei casi analizzati) nelle notizie al cui centro ci sono soggetti potenziali bersaglio di discriminazione. Ma se si esamina il rapporto tra genere della persona protagonista e correttezza grammaticale il dato conferma una certa resistenza del sistema della notizia: le donne ancora troppo spesso (30,2%) vengono chiamate con titoli al maschile, e non soltanto perché si rispetta la richiesta di una particolare declinazione del titolo stesso.

La ricca mole e analisi di dati presente nel Report è arricchita da una serie di interviste realizzate con alcuni protagonisti dell’informazione locale. In particolare: Pierluigi Ubezio, responsabile editoriale di TORADIO; Barbara Pasqua che guida le testate di More News; la manager culturale Carola Messina; Fabrizio Vespa giornalista che cura le relazioni esterne della CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà); Paola Molino direttrice de L’Eco del Chisone; Pasquale Quaranta, giornalista de La Stampa esperto di tematiche LGBTQIA+; Piera Savio direttrice di nove testate tra cui La Nuova Periferia di Chivasso. Voci a cui si aggiungono gli interventi a firma di Mimma Caligaris (Presidente Cpo Fnsi e Componente del Gender Council Ifj Ef), Silvia Garambois (Presidente dell’Associazione GiULiA Giornaliste), Claudia Padovani (docente dell’Università di Padova, Co-coordinatrice GMMP Italia Co-chair UNESCO UNiTWIN Network on Gender Media and ICT), Stefano Tallia (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte), Silvia Garbarino (Segretaria dell’Associazione Stampa Subalpina).

“Abbiamo voluto sostenere questo lavoro che l’Associazione Giulia ha realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – perché lo riteniamo utile e prezioso. Uno strumento per aiutarci a capire in che modo la comunicazione rischi di rappresentare, a volte, un ostacolo invece che un supporto contro le discriminazioni che riguardano le donne e le persone con disabilità. Ma anche per aiutarci a impostare le nostre azioni e politiche future, per fare in modo che questo non continui ad accadere”.

“Per capire il prisma della discriminazione – afferma la docente Marinella Belluati, responsabile scientifica della ricerca – l’azione congiunta delle istituzioni, dei media, della ricerca e della società civile diventa fondamentale e contribuisce a migliorare il senso civico e democratico del territorio in cui opera. Per questo la collaborazione tra il Dipartimento di Culture, Politica e Società, la rete GiULiA giornaliste del Piemonte e la Regione Piemonte è stata importante. Su questi temi su cui oggi c’è molta attenzione il lavoro di rete locale è oltremodo fondamentale e per questa ragione la ricerca accademica ha accettato la sfida di un progetto così ambizioso. Al fine di rendere più efficace l’azione di monitoraggio, occorre però che gli strumenti con cui le istituzioni raccolgono le informazioni e i modi in cui le rendono pubbliche siano aggiornati alle sfide di un giornalismo e di un ambiente comunicativo sempre più digitali”.

“GiULiA Giornaliste – spiega Stefanella Campana, giornalista, componente del Direttivo nazionale dell’Associazione – è impegnata fin dal 2012 nella difesa dell’immagine corretta della donna nella sua rappresentazione mediatica e contro le discriminazioni nel giornalismo. Per questo ha ritenuto importante proporre un’indagine sull’informazione locale del Piemonte che ha un ruolo fondamentale nel rappresentare la società reale. Grazie alla competenza scientifica delle ricercatrici universitarie e quella giornalistica di GiULiA e al sostegno della Regione si è raggiunto l’obiettivo comune di ORA, un osservatorio di monitoraggio dell’informazione locale che noi ci auguriamo diventi permanente, come stimolo per un’informazione corretta sul territorio regionale, per una società più inclusiva e aperta anche attraverso i media”.

Al Report e ai lavori dell’Osservatorio Regionale Antidiscriminazioni ha lavorato un team composto da ricercatrici universitarie e giornaliste.
Dal lato universitario, il gruppo, guidato da Marinella Belluati (Docente di Analisi dei Media e di Sociologia della Comunicazione del Dipartimento di Culture, Politica e Società, responsabile scientifica della ricerca), comprende le ricercatrici Rosella Iannone, Costanza Massidda e Francesca Tampone.
La squadra di giornaliste, coordinate da Stefanella Campana, è composta da Sara Iacomussi, Ilaria Leccardi ed Elena Miglietti.

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *