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Lavoro

100 anni dell’albo degli Ingegneri e Architetti, l’Inar mette in luce tre urgenze della professione

Riformare l’Albo, cambiare il Codice degli Appalti e applicare ovunque la Legge sull’equo compenso

Sandro Marotta

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100 anni fa, con la Legge n.1395 del 24 giugno 1923, veniva istituito l’albo professionale degli Ingegneri e degli Architetti. A distanza di un secolo, l’InarSind (l’associazione di intesa sindacale degli ingegneri ed architetti liberi professionisti italiani) mette in luce alcune riforme urgenti per tutelare questi due mestieri. Tre sarebbero gli interventi: riformare la professione, cambiare il Codice degli Appalti mettendo al centro il progetto e rendere davvero effettiva ovunque la Legge sull’Equo Compenso.

“Si sarebbe dovuto festeggiare – spiega l’associazione in un comunicato – con una riforma della professione e con un processo che avvicinasse gli iscritti agli ordini professionali e, sopratutto, alle più anglosassoni libere associazioni di categoria su base volontaria di iscrizione (mentre oggi l’iscrizione è obbligatoria per esercitare ndr).”

L’InarSind continua: “sarebbe stato ancora meglio poter festeggiare con un Codice degli Appalti che mettesse al centro il progetto ed il professionista inteso come garante ed interprete massimo degli interessi pubblici e privati con la sua opera di sintesi progettuale e direttiva dei lavori che quotidianamente l’Ingegnere e l’Architetto svolge.”

Si conclude poi con una nota positiva, ma solo per metà: “Non resta che consolarci almeno con la Legge sull’Equo Compenso con l’amarezza che non risulta ancora affatto acquisita come dovrebbe essere.”

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